- 20 dicembre 2019, 12:30

L’arresto di Roberto Rosso fa tremare la Giunta regionale

Il governatore Alberto Cirio, a pochi mesi dal suo insediamento, si trova a dover fare i conti con un difficile rimpasto

L’arresto di Roberto Rosso fa tremare la Giunta regionale Il governatore Alberto Cirio, a pochi mesi dal suo insediamento, si trova a dover fare i conti con un difficile rimpasto

L’arresto di Roberto Rosso, assessore regionale di Fratelli d’Italia – a poco più di sei mesi dall’insediamento della Giunta regionale – rappresenta un duro colpo d’immagine (ma non solo) per l’esecutivo guidato da Alberto Cirio.

 

L’ “altra velocità” annunciata dal Governatore deve infatti fare i conti con una vicenda giudiziaria pesante dagli sviluppi ancora tutti da capire.

 

Ma chi è il politico finito agli arresti nell’inchiesta sulla ‘ndrangheta che sta terremotando il Piemonte?

 

Roberto Rosso, classe 1960, consigliere comunale a Torino e assessore regionale a Rapporti con il Consiglio regionale, Delegificazione e semplificazione dei percorsi amministrativi, Affari legali e Contenzioso, Emigrazione e Diritti per Fratelli d’Italia è un personaggio di primo piano del centrodestra piemontese.

 

Eletto alle regionali dello scorso maggio con 4777 preferenze, Rosso è stato l’esponente di FdI più votato nella lista del partito di Giorgia Meloni.

 

Per lui si è trattato di un ritorno a Palazzo Lascaris, dove, nel 2010, era stato vicepresidente della Regione guidata dal leghista Roberto Cota.

 

Erano state le sue dichiarazioni, fatte in diretta tv, a dare origine all’inchiesta giudiziaria di Rimborsopoli, che aveva travolto la maggioranza di Cota, determinando il ricorso anticipato alle urne per la Regione Piemonte.

 

L’eclettico politico torinese aveva fatto il suo esordio in politica giovanissimo nella Dc. Folgorato sulla via di Arcore, aveva aderito a Forza Italia passando poi, dopo lo strappo di Gianfranco Fini, in Futuro e Libertà.

 

Più volte parlamentare, ha ricoperto incarichi di governo nel II e IV Governo Berlusconi come sottosegretario prima al Lavoro per pochi mesi (dal 30 dicembre 2004 al 23 aprile 2005) e poi come sottosegretario alle Politiche agricole (dal maggio al novembre 2011).

 

Alle elezioni comunali del 2001 aveva sfidato Sergio Chiamparino, dopo la morte improvvisa di Domenico Carpanini, alla carica di sindaco di Torino, uscendone sconfitto.

 

Ci aveva riprovato nel 2016, con analogo risultato.

 

Il resto è cronaca recente.

 

Cosa farà adesso Cirio? Lo sostituirà con un altro esponente di Fratelli d’Italia?

 

In questo caso potrebbe essere ripescato il cuneese Paolo Bongioanni, ex direttore dell’Atl di Cuneo, ora presidente della Commissione Cultura.

 

Ma sul tavolo del Governatore c’è anche un’altra grana: la ventilata sostituzione di Marco Protopapa all’assessorato all’Agricoltura dopo la protesta del più importante sindacato agricolo, la Coldiretti.

 

Una serie di guai che rendono amaro il brindisi di Capodanno di Cirio.