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Economia | 03 luglio 2023, 08:10

In Piemonte si consolida il rapporto virtuoso tra apprendistato e imprese

Secondo Confartigianato, si sono registrate 14,7 nuove assunzioni tramite apprendistato ogni 100 nuovi rapporti lavorativi attivati.

In Piemonte si consolida il rapporto virtuoso tra apprendistato e imprese

Il Piemonte si conferma una regione leader nell'utilizzo dell'apprendistato come strumento di inserimento dei giovani nel mondo del lavoro. Nel corso dell'ultimo anno, ben 29.236 giovani piemontesi hanno avuto l'opportunità di entrare nel mercato del lavoro grazie a questo particolare tipo di contratto, su un totale di 198.714 nuove assunzioni a tempo indeterminato. Tale dato pone la regione al secondo posto a livello nazionale, superata solamente dall'Umbria.

Secondo un'indagine condotta dall'Ufficio Studi di Confartigianato basata sui dati dell'INPS, nel 2022 in Piemonte si sono registrate 14,7 nuove assunzioni tramite apprendistato ogni 100 nuovi rapporti lavorativi attivati. Questo risultato evidenzia l'importante ruolo che l'apprendistato riveste nell'economia piemontese.

Analizzando i dati a livello provinciale, emerge che Torino è la provincia piemontese con il maggior numero di assunzioni tramite apprendistato, contabilizzando 16.382 nuovi rapporti lavorativi (equivalenti al 15,2% delle assunzioni complessive). Seguono Cuneo con 5.440 (18,1%), Alessandria con 2.074 (13,1%), Novara con 1.667 (9,2%), Asti con 1.383 (20,9%), Biella con 877 (15,1%), Verbano con 734 (9,9%), e Vercelli con 669 (10,2%).

Tuttavia, nonostante l'ampio utilizzo dell'apprendistato, molte imprese piemontesi continuano ad affrontare difficoltà nel reperire figure professionali qualificate. Secondo le stime, nel 2023 la carenza di manodopera specializzata raggiungerà il 48,3%, con un incremento del 6,4% rispetto all'anno precedente. Questa situazione si riflette anche nel settore dell'artigianato, in cui la difficoltà di trovare manodopera in Piemonte e Val d'Aosta raggiunge il 47,7%.

Le figure professionali richieste spaziano da esperti nell'ambito digitale e delle tecnologie dell'informazione, come progettisti di software, amministratori di sistema, analisti e tecnici programmatori, a autisti di camion, operai edili specializzati in risparmio energetico, elettricisti, meccanici, meccatronici, riparatori di autoveicoli, idraulici, saldatori, assemblatori e cablatori di apparecchiature elettriche, estetisti, acconciatori e cuochi.

È necessario quindi puntare sulla formazione adeguata di nuove figure professionali per colmare questa lacuna. Attualmente, il 24,6% delle aziende piemontesi ha investito nella formazione e nell'aggiornamento dei propri dipendenti attraverso percorsi formativi specifici, superando la media nazionale del 22,4%.

Inoltre, il 17% delle realtà aziendali piemontesi ha offerto opportunità di tirocinio, di cui l'11,6% riguarda l'alternanza scuola-lavoro.

Giorgio Felici, presidente di Confartigianato Piemonte, sottolinea l'importanza di continuare a puntare sull'apprendistato per preparare i giovani al mondo del lavoro. La rivoluzione digitale richiede competenze tecniche evolute, e l'apprendistato rappresenta una "palestra" in cui i giovani possono studiare e lavorare per acquisire queste competenze.

Tuttavia, nonostante l'esistenza di opportunità di lavoro, molti posti rimangono vacanti a causa della mancanza di candidati adeguatamente preparati e di altre motivazioni generiche. La situazione si complica ulteriormente poiché le imprese impiegano in media 3,3 mesi, e in alcuni casi fino a 4,7 mesi, per trovare operai altamente specializzati. Per alcune figure altamente professionalizzate, la ricerca può richiedere anche oltre un anno.

Per affrontare queste sfide, Felici propone diverse soluzioni. Una di queste è rendere l'apprendistato più appetibile dal punto di vista del costo del lavoro a carico delle imprese, soprattutto quando il giovane viene assorbito definitivamente dall'azienda al termine del percorso di apprendistato. Un'altra soluzione consiste nel valorizzare il ruolo del maestro artigiano, l'unico in grado di trasferire conoscenze e competenze utili per una corretta qualificazione professionale. Inoltre, sono necessari incentivi e contributi erogati in modo efficiente e rapido, al fine di creare e preservare posti di lavoro nelle imprese.

Redazione Asti

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