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Attualità | 30 settembre 2023, 18:15

Legge sul gioco, As.Tro: “Con la norma precedente aziende chiuse e 2mila posti di lavoro persi”

Il presidente dell'associazione di categoria Pucci: “Nessuna liberalizzazione dal 2021 in poi”

Legge sul gioco, As.Tro: “Con la norma precedente aziende chiuse e 2mila posti di lavoro persi”

“Continuare a sostenere che la legge del 2021 avrebbe totalmente liberalizzato il gioco legale in Piemonte non ha alcun fondamento”. Massimiliano Pucci, presidente di As.Tro, l’associazione degli operatori del gioco lecito che aderisce a Confindustria - Sit, interviene così nel dibattito tra la maggioranza che sostiene il Governatore Cirio e l’opposizione, in particolare PD e Movimento 5Stelle, in merito alla bocciatura in Consiglio Regionale delle due proposte di legge su prevenzione e contrasto alla diffusione del gioco patologico.

“La norma del 2021 ha solamente posto rimedio alla precedente legge 9/2016, per effetto della quale sono state chiuse migliaia di attività già insediate nel territorio sulla base di regolari autorizzazioni e sono andati persi posti di lavoro che la CGIA Mestre ha stimato, per difetto, in oltre 2mila unità”. Inoltre, “la nuova norma ha mantenuto il distanziometro per le attività sorte successivamente alla sua entrata in vigore, riducendo la distanza minima dai luoghi sensibili da 500 a 400 metri (per i comuni con popolazione superiore a 5mila abitanti)”. Pucci sottolinea che “il combinato effetto dell’elevato numero dei luoghi sensibili (e quindi la loro capillare diffusione sul territorio) e l’elevata distanza minima imposta tra essi e i punti di offerta di gioco, stava determinando, di fatto, l’espulsione del gioco legale dal territorio piemontese in ossequio a quella precisa strategia volta a determinare lo smantellamento del gioco pubblico legale, provocando altresì la “morte” per consunzione delle imprese che vi operano”.

A nostro avviso – conclude Pucci - nell’epoca di internet, dei social, del metaverso e dell’intelligenza artificiale, “pensare di poter combattere una qualsiasi forma di dipendenza tramite strumenti arcaici rappresenti soltanto, nel migliore dei casi, una velleitaria illusione oppure, nel peggiore e più frequente dei casi, un surrettizio stratagemma per alimentare delle mere pulsioni ideologiche”.

C.S.

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