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Attualità | 15 ottobre 2023, 18:00

Inaugurazione per il restaurato Mausoleo Cadorna di Pallanza FOTO

In rappresentanza della famiglia è intervenuto il colonnello Carlo Cadorna, nipote di Luigi e figlio di Raffaele, comandante del Corpo volontari della Libertà

Inaugurazione per il restaurato Mausoleo Cadorna di Pallanza FOTO

Inaugurazione, sabato mattina, del restaurato del Mausoleo Luigi Cadorna. A coordinare la cerimonia, per volontà del sindaco, Silvia Marchionini, il tenente di fanteria Ettore Bongiovanni, in rappresentanza di tutte le associazioni d’arma presenti.

“Le dodici statue – ha spiegato alle autorità presenti e al pubblico – rappresentano tutte le specialità del Regio Esercito in armi, impiegate nella Grande Guerra: il Fante, l’Ardito, il Mitragliere, il Marinaio, l’Aviere, l’Artigliere, il Bersagliere, il Contadino Zappatore, il Montanaro Alpino, il Lavoratore del Genio, il Ragazzo del ’99 e, legata al periodo di costruzione del monumento, la statua del Milite della rivoluzione (fascista, ndr)”.

“Il completamento del restauro – ha aggiunto Marchionini – ricade tra gli interventi che hanno contribuito a dare un nuovo aspetto alla riconversione complessiva di piazza Garibaldi, che vedrà anche a breve la riapertura della darsena di villa Giulia con il ritorno dell’Ufficio Turismo”. In rappresentanza della famiglia è intervenuto il colonnello Carlo Cadorna, nipote di Luigi e figlio di Raffaele, comandante del Corpo volontari della Libertà: “Questo Mausoleo fu costruito dall’architetto Piacentini con il contributo dei combattenti (10 lire ciascuno): ringrazio il sindaco  e il presidente del Comitato 10 febbraio di Verbania che ne hanno reso possibile il restauro, nell’ambito del rinnovamento di questa piazza che giustamente è dedicata alla memoria di Giuseppe Garibaldi, , anima del Risorgimento”.

“Luigi Cadorna – questo un passaggio dell’orazione ufficiale del professor Aldo Alessandro Mola -, come suo padre Raffaele, suo zio Carlo e suo figlio Raffaele, fu militare nutrito di pensiero politico e istituzionale, con una visione ampia della storia dei popoli. Fu anche, e rimane, specchio dei nodi irrisolti dell’Italia nata dalla lunga preparazione risorgimentale ma infine sorta nel volgere di pochi mesi e, di seguito, impegnata a consolidare i muri portanti a scapito della armonia tra le sue componenti. Rendere omaggio al suo Mausoleo comporta riflettere sulla complessità della stria dello Stato d’Italia, sulle sue legittime ambizioni e sui freni che ne condizionarono il cammino”.


Tra gli intervenuti anche Francesco Sirtori, vice presidente del Comitato 10Febbraio, e la restauratrice, architetto Katia Zanetti.
Al termine la benedizione del parroco, don Giancarlo Zaninetti.

Redazione

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