“Memoria”, le tele di Michele Dolz esposte fino al 25 febbraio al Museo del Paesaggio sono qualcosa di diverso dal ricordo, ha sottolineato Elena Pontiggia prima dell’inaugurazione, sabato 16 dicembre. “Ricordare – questa la differenza – ha a che fare col core. Memoria indica un’azione della mente. Certo, cuore e intelletto, non vanno separati rigidamente: si intersecano e si riflettono l’uno nell’altro Eppure è la memoria, non il ricordo, che ispira la pittura e l’opera Concettuale (nato a Castellon nel 1954, ndr), artista spagnolo che ormai vive in Italia da quasi mezzo secolo. La sua non è una rievocazione sentimentale, venata magari di una nostalgia che, come ogni nostalgia, è a rischio di edulcorazioni, se non di retorica. E’ invece un’operazione mentale che si propone di non dimenticare la fisionomia dei paesaggi che si sono susseguiti nei secoli, e nemmeno l’umanità senza nome’ (l’espressione è di Walter Benjamin) che ci ha preceduti e che nessuno, tranne Dio, conosce più”. Umanità senza nome recuperata da Dolz attraverso vecchie foto “che, ognuno di noi, può trovare nei cassetti di casa ma dei quali abbiamo perso memoria”, ha detto l’artista chiudendo la breve presentazione dopo l’intervento di Pontiggia, autrice anche del sintetico catalogo della mostra.
“Con Dolz – ha detto Federica Rabai, direttrice artistica – inauguriamo il nostro programma invernale. Il Museo, ormai, non chiude più in inverno ma resta aperto tutto l’anno”. A rappresentare l’amministrazione comunale c’era l’assessore Patrich Rabaini.