E’ record storico per l’export agroalimentare che nel 2023 raggiungerà il valore massimo di sempre a 64 miliardi, con una crescita del 6% rispetto allo scorso anno. E’ quanto emerge dalla proiezione della Coldiretti sulla base dei dati Istat, in riferimento all’export delle regioni. Il principale mercato di destinazione dei prodotti agroalimentari italiani è l'Unione Europea che assorbe circa 2/3 delle esportazioni.
I cibi e le bevande stranieri sono oltre dieci volte più pericolosi di quelli Made in Italy, con il numero di prodotti agroalimentari con residui chimici irregolari oltre i limiti di legge che in Italia è stato pari al 6,4% nei prodotti di importazione, rispetto alla media dello 0,6% dei campioni di origine nazionale, secondo i dati dell’ultimo Rapporto pubblicato da Efsa.
“Un record trainato da un’agricoltura nazionale che è la più green d’Europa a cui contribuisce il Piemonte con le sue 14 Dop, 9 Igp, 18 Docg e 42 Doc - spiegano Cristina Brizzolari, presidente di Coldiretti Piemonte, e Bruno Rivarossa, delegato confederale - Siamo tra i primi produttori in Ue di riso, vino, la frutta primeggia in molte produzioni importanti: dalle mele alle pesche fino alle nocciole".
"Il cibo è diventato la prima ricchezza dell’Italia, una rete diffusa lungo tutto il territorio che quotidianamente rifornisce i consumatori ai quali i prodotti alimentari non sono mai mancati nonostante pandemia e guerra. E’ sicuramente importante lavorare sull’internazionalizzazione per sostenere le imprese che vogliono conquistare nuovi mercati e rafforzare quelli consolidati valorizzando il ruolo strategico dell’ICE e con il sostegno delle ambasciate”, ha concluso Brizzolari.
Il vino made in Italy ed in Piemonte piace e lo testimonia l’export che fa un balzo del 21%, anche in Francia, nei primi sette mesi del 2023, secondo le elaborazioni Coldiretti su dati Istat.
“Sul vino, negli ultimi anni, si stanno abbattendo le più disparate polemiche, dalle etichette allarmistiche fino al paragonarlo ai super alcolici o alle sigarette, ma è ora di smetterla e di valorizzare le nostre produzioni che, in Piemonte, vantano 41 Doc e 19 Docg – fa notare Monica Monticone, membro di giunta di Coldiretti Piemonte con delega territoriale al settore vitivinicolo - L’alta qualità dei nostri vini è, oltretutto, evidente dal gradimento che riscuote all’estero con circa il 60% della produzione piemontese esportata all’estero, di cui il 70% nei Paesi comunitari e il 30% nei Paesi extra Ue. I principali Paesi importatori sono Paesi Scandinavi, Usa, Germania, Francia, Russia, Spagna, Svizzera, Giappone. Vanno fermate, poi, le produzioni di bevande che niente hanno a che fare con i nostri spumanti, ma che vengono vendute, soprattutto in America, con nomi che richiamo i nostri territori ma anche con lo stesso formato di bottiglie e packaging pur trattandosi di bevande tipo spumanti aromatizzati con l’aggiunta di aromi che conferiscono gusti fruttati, ma che sono ben lontani dalle eccellenze dei vini spumantizzati dai nostri viticoltori piemontesi”.