Sì alle primarie tra Riccardo Brezza e Chiara Fornara. L’ha deciso, ieri sera, l’assemblea del Pd. A favore si sono espressi 31 dei 59 presenti, 24 i contrari, 4 gli astenuti, fra i quali i due candidati. Quaranta dei 99 iscritti non si sono presentati. Porte aperte al pubblico, che ha gremito l’aula consiliare di palazzo Flaim. Ma non è detta l’ultima parola.
“Ho deciso – dichiara Chiara Fornara – che oggi e domani sono i giorni del silenzio e della riflessione. In fondo siamo in quaresima e il deserto va attraversato fino in fondo. Ma poi arriva sempre la domenica di Resurrezione”.
Fuor di metafora mistico-religiosa, la decisione se partecipare o meno alle primarie è posticipata di qualche giorno. L’unico commento degli alleati di Fornara esterni al Pd arriva da Nicolò Scalfi, portavoce di “Ambiente Verbania”: “Abbiamo chiesto un’assemblea plenaria di tutte le componenti che sostengono Fornara. Le primarie sono una scelta del Pd, che rispettiamo”.
Riccardo Brezza, per ora, sceglie il silenzio. Come Alleanza Civica e Centro Riformista che avevano utilizzato come arma di pressione su Brezza la minaccia di presentarsi da soli al primo turno con un loro candidato per negoziare, eventualmente, al ballottaggio.
Per il segretario, Giacomo Molinari, “ieri sera l’assemblea del Partito Democratico ha deliberato di procedere con il percorso verso le primarie. Una scelta giunta al termine di una serata segnata da un dialogo franco, onesto e trasparente, che ha visto iscritte e iscritti scegliere di confermare lo strumento partecipativo per la selezione del candidato sindaco. Un percorso reso possibile dalla caratura dei due nomi in campo”.
Il post autoironico in cui Fornara commenta la sconfitta con la doppia citazione “colta” – “poi perdere ci ha il suo miele” (Guccini) e “Sta mattina va così. Goooood morning Vietnam” – a dire il vero qualche dubbio lo suscita. “L’assemblea di ieri è stata chiara – ribadisce Molinari - la via per la candidatura passa dalle primarie”.