In Italia pochissimi giardini storici sono stati fino ad oggi sottoposti a un progetto di cura e manutenzione continuativo così duraturo e sotto la permanenza di una stessa proprietà, come quelli delle Isole Borromee. Il loro assetto attuale rispecchia perfettamente l’epoca a cui risalgono: l’Isola Bella custodisce un impianto squisitamente barocco, dove prevale l’aspetto teatrale; l’Isola Madre ospita un giardino paesaggistico e tipicamente ottocentesco, in cui emerge chiaramente l’anima botanica per la notevole presenza di specie rare ed esotiche legata allo spiccato spirito di collezionismo dei suoi proprietari.
Dal momento che i giardini storici, sia per il loro valore culturale sia per gli aspetti organizzativi, a pieno titolo possono essere accostati alla realtà dei siti museali, ecco che la figura del curatore del giardino storico assume un ruolo essenziale e strategico per la loro conservazione futura. Da qui l’esigenza di affidare all’architetto, paesaggista e storico del giardino Filippo Pizzoni la responsabilità della curatela dei giardini nelle destinazioni sul Lago Maggiore: oltre alle Isole Borromee e il Parco Pallavicino.
Tra le linee guida individuate dal curatore, una delle principali è la necessità di un equilibrio tra la scelta delle specie botaniche e dei loro colori e la storia dell'architettura, dell'arte, dei giardini. L’obiettivo è ottenere un risultato estetico in linea con l’architettura antica, senza rinunciare alle fioriture e arricchendo la collezione botanica dell’Isola Bella di varietà rare e particolari, in accordo con la storicità del luogo. Inoltre, è importante esaltare il carattere di spettacolarità proprio del giardino dell’Isola Bella, creando una serie di sequenze che giochino in crescendo sui colori e con accostamenti a nuance. Lo si può fare ad esempio con le specie antiche di rose a fioritura continua, sia per la terrazza del Teatro Massimo sia per il Giardino d’Amore, con rose rampicanti e a cespuglio scelte tra le varietà di rose Tè o Polyantha create nell’Ottocento e abbinate ad altre più moderne.
Sull’Isola Madre, la visione dell’architetto Pizzoni ha tra gli aspetti centrali lo sviluppo di un gruppo di piante non ancora molto presenti nella collezione botanica: già da questa stagione si sperimenterà in alcune aiuole la coltivazione di erbacee perenni, in grado di offrire varietà, rarità e rispondenza al gusto contemporaneo. Un vero e proprio cambio di rotta che potrà regalare ai visitatori non solo una maggior diversificazione delle fioriture e dei colori ma anche foglie, portamento e infiorescenze meno comuni, decisamente inconsuete e botanicamente molto interessanti. Non ultimo, le erbacee perenni si adattano meglio anche alle condizioni dovute al cambiamento climatico, come la maggiore siccità e la necessità di risparmiare risorse idriche.
In futuro, il giardino dell’Isola Madre - con le sue collezioni rare più preziose, dai glicini agli agrumi, dalle camelie ai coleus - sarà interessato inoltre da un incremento di arbusti da fiore estivi, come le ortensie nelle molteplici varietà esistenti; di graminacee ornamentali e di erbacee perenni di grandi dimensioni - ad esempio nell’area del Prato dei Gynerium - con un arricchimento sia dell’aspetto scientifico sia di quello ornamentale.
In conclusione, riguardo ai piani a lungo termine per la gestione dei giardini, il principio su cui si fonderà il nuovo indirizzo sarà quello, all’Isola Bella, della simmetria che la composizione e il gusto dell’epoca richiedeva e che ancora oggi è un ideale da rispettare e, all'Isola Madre, proseguire nell'ottica del collezionismo botanico e arricchire la varietà di specie coltivate. Nella realtà ciò si realizza attraverso la programmazione di interventi volti a mantenere il più possibile l’impianto originario, prevedendo la crescita delle diverse specie, monitorandone lo stato di salute, curando o sostituendo a seconda dei casi le piante presenti così da conservare e tramandare nel tempo l’immagine del giardino con il suo valore storico e culturale.