"Non si può chiudere una fabbrica dall’oggi al domani"

Esprimiamo la nostra piena solidarietà ai lavoratori e alle loro famiglie, consapevoli delle enormi ripercussioni sociali ed economiche che questa chiusura porterà. Come forze politiche cittadine, siamo pronti a fare la nostra parte per difendere i diritti di chi ha contribuito alla crescita del nostro territorio e per cercare soluzioni che possano evitare una catastrofe economica di queste proporzioni.

Chiediamo con forza l’immediata apertura di un tavolo di crisi che coinvolga tutte le istituzioni competenti: il Comune di Verbania, l’Associazione Industriale, la Prefettura, il Ministero del Lavoro e i rappresentanti politici del territorio. È fondamentale che vi sia una concertazione tra tutte le parti per cercare alternative alla chiusura, proteggendo così non solo i posti di lavoro diretti, ma anche quelli dell'indotto che rischiano di essere compromessi.

Sosteniamo la mobilitazione proclamata dalle RSU e invitiamo la cittadinanza a partecipare al corteo del 6 settembre, che partirà dallo stabilimento e si concluderà davanti al Comune di Verbania. Solo attraverso un’azione collettiva e coordinata potremo far sentire la nostra voce e tutelare il futuro della nostra comunità. Il nostro impegno sarà costante e determinato: Verbania non può permettersi di perdere una risorsa industriale così importante.

Continueremo a lavorare affinché ogni soluzione venga esplorata e si eviti una decisione che metterebbe in ginocchio centinaia di famiglie. Ci permettiamo di porre anche una domanda: Com’è possibile che in un'intervista ai tempi della Nestlé (1992 il VCO settimanale dei DS) si dicesse che la situazione della fabbrica si era capovolta dato che il mercato era l’Europa? data la vicinanza con la Svizzera? Addurre problematiche logistiche senza particolari dettagli sembra più una “exit strategy” più che una problematica concreta e reale.