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Economia | 07 settembre 2024, 18:40

''Si chiude uno stabilimento che negli ultimi quattro bilanci ha generato 2,5 milioni di utili''

Attilio Fasulo (segretario Cgil Novara - VCO): ''In questi decenni vediamo le perdite delle aziende sommarsi, spesso nel silenzio, senza un piano di sviluppo adeguato per contrastare il fenomeno''

''Si chiude uno stabilimento che negli ultimi quattro bilanci ha generato 2,5 milioni di utili''

C'è una generale mobilitazione dopo il fulmine a ciel sereno della decisione della multinazionale svizzera di Zurigo di chiudere lo stabilimento verbanese della Barry Callebaut, l’azienda dolciaria nata dalla fusione tra il produttore di cioccolato belga Callebaut e l'azienda dolciaria francese Cacao Barry.

Attilio Fasulo (segretario generale  Cgil Novara - VCO), come può una multinazionale investire 500 milioni di franchi svizzeri e al tempo stesso chiudere uno stabilimento che va bene, addirittura conb un preavviso così ridotto? Possibile che nessuno avesse avuto sentore della decisione?

‘’Abbiamo a che fare con una multinazionale che decide con una lettera di informare della volontà di chiudere uno stabilimento che negli ultimi 4 bilanci ha generato 2,5milioni di utili, che ha solidi indicatori economici e patrimoniali e che ha visto dal 2021 ad oggi il fatturato crescere del 33% nonostante il contenimento del costo del personale che si è addirittura ridotto dal 2022 al 2023.  La scelta di accostare nell’informativa l’investimento della società – in altre zone del mondo – a quella di lasciare una comunità intera in difficoltà nasce come un tentativo grottesco di salvare la faccia ma rivela tra le righe tutta la violenza e la brutalità che lavoratrici e lavoratori affrontano nel mercato del lavoro negli ultimi decenni: per questo il bisogno di sindacato si sta ravvivando, come indica la crescita delle iscrizioni in Cgil, anche nel nostro territorio’’.

Se la multinazionale fosse irremovibile potrebbero esserci speranze per un nuovo acquirente per lo stabilimento verbanese che funzionava bene?

‘’Non è possibile una risposta da parte nostra, in questa fase. Le prime ore che seguono annunci come quello di ieri si impregnano di pressioni, paure, speranze, idee…  Questo è il momento di mettersi a disposizione, di stringere le spalle gli uni agli altri e di prepararsi insieme ad affrontare qualsiasi cosa succeda stimolando le migliori forze e le migliori competenze per tentare di ottenere il miglior risultato possibile per i lavoratori e per tutta la nostra provincia’’.

L’industria del Vco ha già subito grosse perdite, pare una emorragia  alla quale non si riesce a mettere fine…..

''Le emorragie si fermano facendo pressione.  Questo episodio deve insegnarci che nessuno di noi è “al sicuro” e che dobbiamo sentirci coinvolti, tutti, sempre: dobbiamo partecipare.  Non possiamo aspettare che “tocchi a noi” o le aziende continueranno a fuggire, una alla volta, con motivazioni sempre più pretestuose - i ventilati problemi logistici non sorgono certo in questi giorni - dobbiamo prenderci a cuore i problemi dell’altro, dobbiamo tornare a dubitare di un sistema che può permettere che accadano episodi come quello della Barry, dobbiamo riscoprire la necessità di trovare alternative: dobbiamo fare pressione.

Negli ultimi decenni continuiamo a vedere le perdite delle aziende sommarsi, spesso nel silenzio più totale attorno alle mobilitazioni sindacali, senza un piano di sviluppo adeguato per contrastare il fenomeno: noi siamo disponibili, come sempre, a concorrere a una sua definizione ma la politica, le associazioni datoriali e tutti gli abitanti devono fare la loro parte o ci troveremo presto a rincorrere nuovamente le fughe da un passato che non tornerà e non a progettare il futuro della nostra provincia’’.

Renato Balducci

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