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Economia | 08 settembre 2024, 08:00

L'auto di domani? Secondo gli addetti ai lavori il futuro non è l'elettrico, ma l'idrogeno

Lo svela l'ultimo osservatorio sull'automotive di Adaci, l'associazione dei manager degli acquisti e indotto

Secondo i manager Adaci, il futuro andrà a idrogeno (e non a elettrico)

Secondo i manager Adaci, il futuro andrà a idrogeno (e non a elettrico)

 

Il futuro dell'automobile? Secondo gli addetti ai lavori torinesi non sarà l'elettrico. Attenzione, però: non si tratta di un ritorno al passato, anzi. Secondo il 43% delle risposte si pensa già all'idrogeno.

Più idrogeno che elettrico

E uno dei risultati dell'ottavo osservatorio sull'automotive di Adaci, l’associazione dei manager degli acquisti e supply chain. Soltanto il 7% degli intervistati crede nell'elettrico, ma una persona su due chiede alla politica europea e italiana di spingere sulla neutralità tecnologica. 

"Considerando le modalità di estrazione dei minerali, di produzione delle batterie dei veicoli e soprattutto di attuale produzione dell’energia, i tecnici dimostrano che un’auto elettrica può generare lo stesso impatto di una tradizionale che rispetti le ultime normative - dicono da Adaci -. Inoltre, altre soluzioni, che guardano prevalentemente all’idrogeno ed ai carburanti sintetici o di derivazione naturale, potrebbero garantire risultati ancora migliori, soprattutto preservando molta di quella componentistica che, in Europa ed in Italia, siamo leader nel realizzare".

Crisi geopolitiche e Stellantis

Idee chiare anche per quelle che rappresentano le sfide dell'immediato futuro: le crisi geopolitiche ed i comportamenti di Stellantis (che per ora appare riluttante sul rilancio italiano ed europeo) creano incertezza nelle decisioni da prendere dagli addetti ai lavori. Sono infatti la stragrande maggioranza (il 91%) coloro che hanno attese negative per il futuro dell’industria dell’auto.

 

Per quanto riguarda poi l'andamento dei prezzi, nel corso del 2024 si attende un leggero aumento, che potrebbe attestarsi sul +3%. 

"Valorizzare competenze e capacità"

 

"Le necessità di acquisto della filiera stanno cambiando - commenta il presidente Adaci Piemonte e Valle d’Aosta, Alberto Carpinetti -. Come manager degli acquisti possiamo influenzare positivamente il futuro del nostro territorio che ad oggi conta il 33% dei fornitori italiani dell’automotive con sede in Piemonte (dato Anfia) . Per valorizzare questa enorme dote di competenze tecnologiche e capacità produttive occorre però creare le idonee condizioni quali la localizzazione della produzione di nuovi modelli con adeguati volumi, l’agevolazione degli investimenti tecnologici strategici quali ad esempio le gigafactory, il supporto all’adattamento delle tecnologie tradizionali all’evoluzione richiesto dalle nuove motorizzazioni, nonche la promozione della filiera verso altri settori che possono beneficiare delle stesse tecnologie".

 

 

Massimiliano Sciullo

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