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Attualità | 09 settembre 2024, 17:45

Marchionini: “Albertella ritiri la revoca delle clausole di salvaguardia per Barry Calebaut”

L'ex sindaco di Verbania sottolinea la necessità di tutte le parti politiche di rimanere unite per il bene dei lavoratori

Marchionini: “Albertella ritiri la revoca delle clausole di salvaguardia per Barry Calebaut”

Se il consiglio comunale di giovedì 12 settembre votasse la revoca delle clausole di salvaguardia, fissate nel piano regolatore varato dalla precedente amministrazione, l’immobile oggi occupato da Barry Calebaut diventerebbe un ghiotto “boccone” per la speculazione immobiliare. A lanciare l’allarme è l’ex sindaco di Verbania Silvia Marchionini: “Sarebbe paradossale se la società, dopo aver chiuso l’azienda, lucrasse rivendendo ad operatori interessati alla riconversione residenziale. Per questo, stasera in commissione urbanistica, Patrich Rabaini (capogruppo di Marchionini per Rabaini, ndr) chiederà il ritiro, o almeno la sospensione, della clausola di salvaguardia che vincola l’area a destinazione d’uso industriale. Dovesse rimanere all’ordine del giorno della seduta di giovedì, ne chiederemo il ritiro”.

“Qualsiasi strategia l’amministrazione abbia per il futuro di Verbania – aggiunge Rabaini – deve prevalere l’interesse delle 200 famiglie, tra dipendenti e indotto, i cui familiari lavorano alla Barry Calebaut”. Duecento stipendi in meno, mal contati, si tradurrebbero in 400mila euro in meno. Un peso che la città non è in grado di sopportare”.

“Se il problema – riprende Marchionini – sono la logistica e i costi, potremmo concordare con la proprietà l’esenzione dal versamento Imu (50mila euro) e altre agevolazioni per stimolare la società a rimanere a Verbania che, ricordo, fu scelta proprio per la sua posizione strategica per il mercato del nord Italia”.

Il problema più urgente da risolvere è quello d’instaurare un rapporto con Barry Calebaut. La sola controparte sul territorio è il direttore dello stabilimento, presente stamattina all’incontro ad Unione industriale.

Il tavolo tecnico in Prefettura è previsto per mercoledì. Non ancora fissato, invece, il tavolo di crisi promesso dal ministro Adolfo Urso venerdì al senatore Enrico Borghi, al presidente della regione Alberto Cirio e all’assessore regionale Elena Chiorino. La scadenza, annunciata da Cirio e Chiorino per domani, sembra destinata a slittare.

“È importante che il territorio e tutti i livelli istituzionali – commenta Marchionini – si presentino uniti a Barry Calebaut. A partire dal consiglio comunale aperto chiesto da Riccardo Brezza (Pd) e Simone Martoccia (Verbania si prende cura), cui noi aderiamo. Non devono esistere steccati tra maggioranza e opposizione, tra i vari livelli istituzionali. Al limite, se non ci fossero altre possibilità, dovremmo presentarci tutti a Zurigo a chiedere d’essere ricevuti”.

Intanto, Barry Calebaut ha già deciso: il 31 marzo 2025 sarà l’ultimo giorno di produzione a Verbania. Col concreto rischio si ripetano le storie alle quali Giovanni Alba (Verbania Civica) ha già assistito troppe volte: “Una città che si impoverisce progressivamente con la mano d’opera in fuga verso la Svizzera o la vicina Lombardia”.

Redazione

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