Barry Callebaut, il primo tavolo di confronto in prefettura

Le condizioni “logistiche” all’origine della decisione di chiudere lo stabilimento Barry Calebaut a Intra si ridurrebbero ad una sola: l’edificio è di dimensioni troppo ridotte, inserito in un contesto urbanistico “troppo affollato” che rende impossibile l’ampliamento necessario richiesto dallo sviluppo della produzione.

“Un problema – dichiara il sindaco Giandomenico Albertella all’uscita dall’incontro di questa mattina in prefettura – che non ci era mai stato posto, sul quale siamo disposti a ragionare individuando in città, o in provincia, un’area più idonea a condizione che Barry Calebaut rimanga a Verbania”.

“I dipendenti sono tornati al lavoro – informa Emilio Capacchione (Cisl) – dando dimostrazione di senso di responsabilità, non più 7 giorni su 7 come fino a giovedì 5 settembre, ma dal lunedì al venerdì sempre su tre turni”.

All’incontro, convocato dal prefetto Michele Formiglio, a rappresentare l’azienda c’erano Alessio Macrì, direttore delle risorse umane, ed Esteve Segura, direttore per il sud ed est Europa di Barry Calebaut. Per Verbania, col sindaco Albertella, c’era l’assessore alle attività produttive Mattia Tacchini. Per la Provincia il vicepresidente Rino Porini; per la regione il sottosegretario Alberto Preioni. Nutrita la rappresentanza sindacale: oltre a Capacchione, la segretaria territoriale Cisl Elena Ugazio, Attilio Fasulo e Gigi Bacchetta per la Cgil, Roberto Vittorio per la Uil. Il prossimo appuntamento è ad Unione Industriale il 26 settembre. Non ancora fissato il tavolo tecnico al ministero promesso da Adolfo Urso al senatore Enrico Borghi e al presidente della regione Alberto Cirio.