La possibile chiusura dello stabilimento della Barry Callebaut a Verbania è l'ennesima occasione di scontro tra il sindaco Albertella e l'ex primo cittadino Silvia Marchionini. L'Amministrazione Comunale ha attivato i canali istituzionali per intervenire nella vicenda, coinvolgendo la proprietà dell'azienda e portando la questione all'attenzione delle più alte cariche di governo.
Il 2 ottobre, il Ministero delle Imprese e del Made in Italy ha convocato un tavolo di confronto con la proprietà della Barry Callebaut, il sindaco di Verbania Giandomenico Albertella, il presidente della Regione Piemonte Alberto Cirio e i sindacati per discutere della crisi. “Questo risultato è stato possibile grazie al costante dialogo tra l'amministrazione comunale e la Regione Piemonte, un passo importante per trovare una soluzione condivisa” spiega Albertella.
Nel frattempo, la proprietà della Barry Callebaut ha dichiarato, durante un tavolo di crisi in Prefettura, la "fisica impossibilità" di mantenere il ciclo produttivo presso lo stabilimento di Verbania. Di fronte a questa affermazione, il sindaco Albertella ha ribadito la disponibilità del Comune a collaborare con l'azienda per individuare qualsiasi soluzione praticabile, “dimostrando un approccio costruttivo e orientato alla salvaguardia del tessuto produttivo locale” sottolinea il primo cittadino.
“Le affermazioni del Consigliere Comunale Marchionini, che sollecita l'Amministrazione a chiedere un incontro con la proprietà dell'Azienda in Belgio (peccato che la sede della società sia ni Svizzera!) e critica la scelta di rinviare ogni decisione sulla convocazione di un Consiglio Comunale aperto a dopo li 2 ottobre, sono veramente fuori luogo” sottolinea il sindaco.
“Non vi è alcuna preclusione a convocare un Consiglio Comunale aperto ma solo quando si avranno elementi più chiari sula situazione: ecco perché attendere li risultato del tavolo di crisi a Roma li 2 Ottobre. Consigliere Marchionini, le è sfuggito li fatto che la sede istituzionale di confronto è li Tavolo di Approfondimento al Ministero delle Imprese, altro che andare in Belgio!” conclude Albertella.