L’adeguamento delle idennità di carica di sindaco e giunta innesca una nuova polemica nel centrosinistra verbanese. Il Pd, più che contestare la decisione della nuova maggioranza di aumentarsi lo stipendio, critica la ex sindaco, Silvia Marchionini, e i 4 ex assessori (Roberto Brigatti, Giorgio Comoli, Marinella Franzetti, Patrich Rabaini) che reclamano gli arretrati dall’entrata in vigore degli aumenti al 31 maggio scorso.
Aumenti relativi agli anni 2023-24 che la precedente giunta non aveva mai adottato perché, nel frattempo, i 3 assessori in quota Pd – Riccardo Brezza, Anna Bozzuto e Raffaele Allevi – avevano iniziato a disertare le sedute in polemica con la sindaca. In Consiglio comunale, giovedì 26, sull’argomento c’era stato un vivace botta e risposta tra l’assessore al Bilancio, Annarita Marangio, e Marchionini. Alla prima, che sosteneva come si trattasse di un adeguamento già deciso ma mai adottato dalla precedente Amministrazione, l’ex sindaca ha replicato che i compensi erano stati mantenuti “ridotti per scelta al 2014 e al 2019” e, siccome i Comuni sono tenuti a finanziare con l’8,5% del gettito Irap (Imposta regionale attività produttive), la quota d’imposta era stata restituita. Dal Pd giudicano “inaccettabile l’intenzione di alcuni assessori della ex giunta Marchionini di voler fare ricorso per ottenere gli arretrati sull’aumento d’idennità”.
Ma se la prendono soprattutto con l’allora prima cittadina che “insieme ai suoi assessori di fiducia, ha deciso di non procedere al rifiuto di questi soldi per il 2023 e 2024”. “Oggi – conclude la nota diffusa dal Pd – scopriamo che la lettera protocollata, con la quale la giunta dice di preferire non decidere, è stata depositata dopo le elezioni, il 24 giugno”.
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