Scuola - 01 ottobre 2024, 17:00

Verbania è l'unico capoluogo piemontese con tutti gli edifici con certificato di agibilità

La città è tra le poche promosse dal report Ecosistema Scuola di Legambiente, che sottolinea l'emergenza infrastrutturale nazionale

In Italia lo stato di salute delle scuole e dei servizi rimane un’emergenza infrastrutturale nazionale. Nella Penisola una scuola su tre ha bisogno di interventi di manutenzione urgenti, un dato che nel sud e nelle isole sale al 50%, una scuola su due. Un’emergenza ormai cronica, che non migliora, nonostante nel 2023 a livello nazionale siano stati stanziati maggiori fondi per la manutenzione straordinaria (media per singolo edificio), 42mila euro, rispetto a quelli medi degli ultimi 5 anni, 36mila euro. Senza contare che persiste un forte gap tra quanto viene stanziato e quanto le amministrazioni riescono effettivamente a spendere: nel 2023 considerata la media a edificio scolastico su 42.022 euro stanziati ne sono stati spesi 23.821 euro. Preoccupano anche i ritardi su digitalizzazione, trasporti, servizi per lo sport ed efficientamento energetico e in questo quadro l’autonomia differenziata rischia di non aiutare la scuola.

A fare il punto è il nuovo report nazionale Ecosistema Scuola di Legambiente, giunto alla XXIV edizione e presentato il 30 settembre a Napoli. Il report, che raccoglie i dati 2023 di 100 comuni capoluogo su 113  e che riguardano 7.024 edifici scolastici di loro competenza, tra scuole dell’infanzia, primarie e secondarie di primo grado, frequentati da una popolazione di oltre un milione e 300mila studenti, offre un’analisi dettagliata sullo stato di salute delle scuole confrontandola con i servizi essenziali di prestazione, i cosiddetti Lep previsti dall’autonomia differenziata, e che per le scuole riguardano edilizia scolastica, digitalizzazione e servizi mensa, denunciandone ritardi ed emergenze da affrontare anche per quel che riguarda trasporti, palestre e sostenibilità energetica, tre servizi non contemplati dai Lep riguardanti l’istruzione.

I dati di Ecosistema Scuola sono chiari: a pesare sullo stato di salute degli edifici scolastici sono anche i ritardi che si registrano sul fronte della sicurezza - solo il 50% delle scuole ha tutte le garanzie (ossia i certificati di sicurezza) – ma anche sul fronte servizi come, ad esempio, sull’innovazione digitale con poco più di una scuola su due che dispone di reti cablate e wi-fi. Le mense restano un servizio di qualità ma ancora non presente in tutte le aree del Paese. Il dato medio di 76,7% di edifici con mensa a livello nazionale, al nord e al centro sale rispettivamente al 92,2% e all’80,9%, mentre nel sud e nelle isole si ferma rispettivamente al 54,3% e al 41,2%. Preoccupa la poca attenzione alla sostenibilità, nel 64,9% delle mense vengono impiegate stoviglie monouso. Sul fronte trasporti solo il 19,7% delle scuole dispone di un servizio di mobilità collettiva come lo scuolabus; sui servizi per lo sport un impianto su quattro necessita di manutenzione urgente. Le palestre aperte oltre l’orario scolastico sono oltre il 70% nei capoluoghi di provincia del centro-nord, per ridursi al 30,3% nelle isole al sud e ridimensionarsi a poco più del 40% nelle città del sud delle isole. Relativamente all’energia, solo il 20,9% degli edifici scolastici utilizza fonti di energia rinnovabile, con un picco al nord (24,3%) e un minimo nelle isole (14,1%), solo il 16,4% delle scuole ha visto realizzati interventi di efficientamento negli ultimi 5 anni e di tutti gli edifici scolastici, solo il 6,7 % si trova in classe A. Per Legambiente è una grave mancanza che i Lep relativi all’istruzione non considerino tre servizi come trasporto scolastico, palestre e sostenibilità energetica. Si tratta di servizi indispensabili per garantire il diritto allo studio, l’accessibilità a strutture sportive pubbliche e ambienti qualitativamente vivibili anche da un punto di vista climatico.

Il report di Legambiente sottolinea anche alcune buone notizie. Secondo i dati raccolti, Aosta, Cesena, Trento, Verbania sono le città capoluogo che dichiarano di avere tutti gli edifici con certificato di agibilità e di prevenzione incendi, oltre ad essere dotati di accorgimenti per il superamento delle barriere architettoniche. Brindisi, Fermo, Parma sono le città con tutti gli edifici scolastici che usufruiscono del servizio scuolabus. Cesena, Cosenza, Crotone, Lecco, Pordenone le città con la maggior presenza di scuole servite da pedibus. Aosta, Ascoli Piceno, Bologna, Genova, Mantova, Pordenone, Reggio Emila le sole città che hanno attivato il servizio di bicibus, seppure rivolto a un numero esiguo di scuole. Sul fronte efficientemente energetico, Brescia, Siena, Pordenone, Varese, Gorizia, Modena, Firenze, Rovigo, Bergamo, le città che sono intervenute sul maggior numero di edifici scolastici per l’efficientemente energetico. Quelle bocciate per non avere impianti di energia rinnovabile, Agrigento, Aosta, Brindisi, Vibo Valentia.

 “Il mondo scolastico piemontese e valdostano si conferma anche quest’anno sopra alla media nazionale per molti parametri legati ai servizi e alle certificazioni degli edifici scolastici - dichiara Federica Sisti, membro della commissione di Legambiente scuola e formazione per Legambiente Piemonte e Valle d’Aosta - Gli istituti hanno investito molto sulla scelta di prodotti di qualità e la riduzione degli sprechi alimentari nelle mense, sulla raccolta differenziata. Tuttavia, in accordo con la tendenza nazionale, ancora molto rimane da fare sul fronte della mobilità sostenibile casa-scuola, dell’utilizzo di fonti di energia rinnovabili e di manutenzione ordinaria e straordinaria degli edifici.” 

Sul territorio piemontese sono stati indagati 488 edifici scolastici, corrispondenti ad una popolazione pari a 100.815 studenti. Nessun istituto è collocato in zona sismica 1 e 2, tuttavia l’84,8% è sprovvisto della verifica di vulnerabilità sismica, contro il 58,3% nazionale, obbligatoria per tutti gli edifici scolastici indipendentemente dalla zona sismica nella quale sono situati. Solamente lo 0,7% degli edifici scolastici è costruito sulla base di criteri di bioedilizia, in accordo con la tendenza nazionale (1%), a testimoniare la necessità di incrementare gli incentivi per un corretto efficientamento energetico. Solo il 12,9% utilizza fonti di energia rinnovabile ed il 16,2% è dotato di certificazione energetica (7,6% in classe A).  

Per quanto riguarda le certificazioni, fatta eccezione per la prevenzione incendi (53,8%) gli istituti piemontesi mostrano una tendenza migliore di quello nazionale per superamento delle barriere architettoniche (97,6%), collaudo statico (58,8%) e certificato di agibilità (75,3%). 

Ancora troppe le scuole che necessitano di interventi di manutenzione straordinaria, sulla linea della tendenza nazionale, nonostante negli ultimi 5 anni il 45,6% degli edifici sia stato sottoposto a tali interventi. Per la manutenzione ordinaria nell’ultimo quinquennio sono stati stanziati 7.707 euro (media per singolo edificio) interamente spesi. Sono stati inoltre stanziati fondi regionali per l’edilizia scolastica pari a 702.936 euro (media per edificio) ma, sul totale degli edifici scolastici indagati, solamente 1 ne ha beneficiato. 

Trend positivo per quanto riguarda i servizi e le buone pratiche adottate dalle scuole. Alta la presenza di impianti sportivi agibili (95,5%) e classi a tempo pieno (60,5%). Buoni i risultati anche per i comuni che finanziano progetti educativi (71,4%) e le iniziative per gli under 14 (42,9%), tuttavia solo una piccola percentuale dei servizi finanziati viene effettivamente realizzata all’interno degli istituti (12,5% per servizi under 14). Sicuramente da migliorare la sicurezza stradale ed i servizi di mobilità casa-scuola sostenibili: solo lo 0,4% degli edifici piemontesi offre servizi di pedibus o percorsi sicuri casa-scuola, il 16,9% presenta piste ciclabili limitrofe all’edificio, il 2,6% è posto all’interno di isole pedonali, il 4,6% in zona ztl e il 9,3% in zona 30. 

Quasi la totalità degli istituti piemontesi possiede la mensa (96,3% contro il 76,7% nazionale), caratterizzata da un’elevata attenzione alla qualità dei prodotti serviti. La quasi totalità delle mense indagate serve prodotti biologici, a km 0, prevede menù alternativi per motivazioni culturali e religiosi e serve pasti con prodotti Dop, Igp ecc. Il 50% degli istituti prevede il recupero degli alimenti non somministrati a favore di organizzazioni no profit. Al di sopra della media nazionale il trend legato alla raccolta differenziata. 

l.b.