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Economia | 25 ottobre 2024, 07:00

Come fare e cosa serve per diventare un libero professionista?

Diventare un libero professionista è una scelta che offre autonomia e flessibilità, ma richiede anche una buona pianificazione e la conoscenza di specifici adempimenti fiscali e normativi.

Come fare e cosa serve per diventare un libero professionista?

Diventare un libero professionista è una scelta che offre autonomia e flessibilità, ma richiede anche una buona pianificazione e la conoscenza di specifici adempimenti fiscali e normativi. Prima di intraprendere questa strada, è fondamentale avere chiari i passaggi necessari, come l'apertura della Partita IVA, la scelta del regime fiscale più adatto, e la gestione contabile e previdenziale. Ogni fase, dalla registrazione presso l'Agenzia delle Entrate all'iscrizione alle casse previdenziali, richiede attenzione e una corretta valutazione delle proprie esigenze e degli obblighi legali. In questo articolo, esploreremo nel dettaglio cosa serve e come fare per avviare un'attività da libero professionista, fornendo una guida pratica per orientarsi tra le procedure amministrative e gli aspetti economici di questa scelta.

Cosa serve per diventare un libero professionista?

Per diventare libero professionista in Italia è necessario seguire alcuni passaggi fondamentali che consentono di avviare l’attività nel rispetto delle normative fiscali e previdenziali. Il primo passo è definire la propria attività e verificare se questa rientra tra quelle che richiedono l’iscrizione a un albo professionale, come avviene per categorie quali avvocati, commercialisti, ingegneri o medici. L’iscrizione all’albo è obbligatoria per esercitare legalmente la professione e richiede, oltre a determinati titoli di studio, il superamento di un esame di abilitazione.

Successivamente, è indispensabile aprire la Partita IVA, un passo obbligatorio per chi intende svolgere un’attività professionale continuativa.

Cosa sapere prima di aprire la Partita IVA

Prima di aprire la Partita IVA, è fondamentale conoscere una serie di aspetti normativi, fiscali e burocratici che incideranno sulla gestione della tua attività da libero professionista o imprenditore. Il primo passo consiste nel comprendere se la tua attività richiede effettivamente l'apertura della Partita IVA, obbligatoria per chi svolge un’attività professionale in maniera continuativa e organizzata. Una volta appurata questa necessità, dovrai scegliere tra i diversi regimi fiscali disponibili, con il regime forfettario e il regime ordinario che rappresentano le due principali opzioni.

Il regime forfettario è indicato per chi ha ricavi inferiori a 85.000 euro annui e offre una tassazione agevolata con un’imposta sostitutiva del 15% (o 5% nei primi cinque anni, se rispettate determinate condizioni), oltre a semplificazioni negli adempimenti contabili. Al contrario, il regime ordinario si applica a chi supera tali soglie o preferisce optare per una maggiore deducibilità dei costi, anche se comporta un carico fiscale più complesso e l’obbligo di presentare bilanci e documentazione contabile più articolata.

Un altro elemento chiave da considerare è l’inquadramento previdenziale. A seconda dell’attività svolta, dovrai iscriverti a una cassa previdenziale specifica, come ad esempio la Gestione Separata INPS per chi non ha una cassa professionale di riferimento, oppure a casse specifiche come l’INARCASSA o la Cassa Forense, a seconda della tua categoria professionale. L'iscrizione alla cassa previdenziale comporta il versamento di contributi, i cui importi variano in base al reddito e al regime fiscale scelto.

È inoltre importante considerare gli adempimenti burocratici necessari. Per aprire la Partita IVA, occorre presentare all’Agenzia delle Entrate il modello di apertura, che include la scelta del codice ATECO corretto, indicativo dell’attività svolta. Questo codice è fondamentale poiché influenza il regime fiscale applicabile e i contributi da versare. A seconda dell’attività, potresti avere anche l’obbligo di iscriverti alla Camera di Commercio e ottenere eventuali autorizzazioni specifiche.

Infine, bisogna tenere conto della gestione amministrativa e contabile, che può essere gestita in autonomia o affidata a un commercialista. La scelta del regime fiscale determinerà gli adempimenti da rispettare, come l'emissione di fatture elettroniche, la tenuta dei registri contabili e la presentazione delle dichiarazioni fiscali periodiche. Gestire correttamente questi aspetti è cruciale per evitare sanzioni e per mantenere sotto controllo la situazione economica e finanziaria della tua attività.

Infine, un aspetto importante per molti liberi professionisti è l’apertura di un conto corrente studiato appositamente per le esigenze dei professionisti, necessario per gestire in modo separato le entrate e le spese professionali rispetto a quelle personali. Questo permette una gestione più chiara e trasparente delle finanze, facilitando anche il monitoraggio fiscale e contabile.

Differenze tra un dipendente e un libero professionista: un riassunto

Le differenze tra un dipendente e un libero professionista sono sostanziali e si manifestano in vari aspetti, tra cui la tipologia di contratto, il regime fiscale, i contributi previdenziali e la gestione del lavoro quotidiano. Comprendere queste distinzioni è fondamentale per valutare i vantaggi e gli svantaggi di entrambe le modalità lavorative.

Il primo aspetto distintivo riguarda la tipologia di rapporto di lavoro. Un dipendente è legato a un’azienda o a un ente pubblico attraverso un contratto di lavoro subordinato, che può essere a tempo determinato o indeterminato. In questo caso, il lavoratore riceve uno stipendio fisso, indipendentemente dal volume di lavoro, e gode di una serie di diritti, come ferie retribuite, malattie, maternità/paternità e TFR (Trattamento di Fine Rapporto). Al contrario, il libero professionista opera in autonomia, senza vincoli di subordinazione, e fattura i propri servizi ai clienti. La sua retribuzione non è fissa, ma dipende dal numero di incarichi e dall’accordo economico con i clienti.

Sul piano fiscale, i dipendenti sono soggetti a una tassazione con ritenuta d'acconto applicata direttamente dal datore di lavoro. I liberi professionisti, invece, devono aprire la Partita IVA e scegliere un regime fiscale, come il regime forfettario o il regime ordinario, in base al proprio volume d’affari. Il libero professionista è responsabile della gestione delle proprie imposte, che includono l'IVA (se applicabile) e l'IRPEF, e deve provvedere autonomamente alla dichiarazione dei redditi e ai relativi pagamenti. La tassazione del dipendente, invece, è gestita direttamente dal datore di lavoro, che opera come sostituto d’imposta.

Un’altra differenza rilevante riguarda i contributi previdenziali. Per i dipendenti, i contributi previdenziali sono versati dal datore di lavoro all'INPS (Istituto Nazionale della Previdenza Sociale) o ad altri enti previdenziali di categoria, come l’INPDAP per i dipendenti pubblici. Questi contributi coprono la pensione, la disoccupazione e altri benefici assistenziali. I liberi professionisti, invece, devono iscriversi alla Gestione Separata INPS o, se appartengono a una categoria professionale regolamentata, alla cassa previdenziale specifica, come INARCASSA per ingegneri e architetti, o la Cassa Forense per avvocati. I contributi previdenziali sono calcolati in base al reddito e sono a totale carico del professionista, senza il contributo di un datore di lavoro.

Infine, un'altra differenza importante riguarda i rischi e le responsabilità. Il dipendente, in genere, non è responsabile di eventuali danni o perdite economiche causate dall'azienda, mentre il libero professionista è pienamente responsabile della propria attività, delle proprie scelte e dei risultati (questo prevede, in alcuni casi, la stipulazione di un’assicurazione lavorativa). Inoltre, il libero professionista deve affrontare autonomamente tutti gli aspetti organizzativi e burocratici, dalla contabilità alla promozione della propria attività, mentre il dipendente beneficia del supporto organizzativo dell'azienda.

Richy Garino

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