Sono personalmente provato dalle accuse ingiuste e violentissime di transfobia rivolte a me e alla mia Amministrazione, accuse lesive della mia immagine e che rimando al mittente. Aggiungendo inoltre che sarebbero ingiuste anche qualora io avessi davvero rifiutato di concedere la biblioteca alla rassegna curata da Silvia Clo Di Gregorio. Questa vicenda per l’Amministrazione ha del surreale e non escludiamo di adire alle vie legali per porre fine a questa farsa, che diffonde bugie calunniose.
Premettendo che è nelle facoltà di un assessorato concedere o meno un patrocinio (il mese scorso l’Assessorato alla Cultura ha ricevuto delle proposte che non prese in considerazione, mi pare che non si sia finiti sui giornali per questo), qui il patrocinio non è mai stato chiesto.
Il 26 settembre gli organizzatori della "Rassegna TDOR" si recano in biblioteca e parlano col direttore Cassina, cui rinnoviamo stima e fiducia. Il quale, come da protocollo e iter, non prende alcun accordo in merito agli spazi e agli eventi futuri. Quest’ultimo, rientrato dalle ferie questo martedì 22 ottobre, incontra l’assessore Paretti.
Mercoledì 23 ottobre gli organizzatori della “Rassegna TDOR” incontrano il direttore della biblioteca comunale Cassina, che li invita a formalizzare la richiesta all’Assessorato.
Giovedì 24 alle ore 19.58 arriva una mail all’Assessore Paretti a firma di Michele Moramarco, presidente dell’Arcigay Nuovi Colori ODV. Mail che l’assessore apre stamani (25.10.24). Mail di righe quattro in cui si chiede perché non si possa tenere a Verbania la “Rassegna”. Mentre l’Assessore stampava fisicamente la mail, ecco i post e la presa posizione della minoranza, come se il Comune (cosa che, ribadisco, avremmo potuto fare) avesse rifiutato alcunché.
Ora, non serve essere dei matematici per capire che i tempi e la pretestuosità di tale agire siano non solo gravissime ma irrispettose della comunità che questi signori dovrebbero rappresentare, oltreché di tutti i cittadini di Verbania e delle istituzioni.
Quanto avvenuto è inaccettabile e alle accuse ingiuste, come alle menzogne diffuse, penseranno, se lo riterranno utile, i legali del Comune. E chi nella minoranza pensa di guadagnare cinque minuti di gloria riproponendo inesattezze, mi permetto di suggerire di occuparsi della città e dei cittadini, o è destinato a restarci, in minoranza.
Non si puo’ rifiutare cio’ che non viene chiesto. E anche lo volessi fare, se ancora vige la liberà di governare, ciò sarebbe legittimo.
Luciano Paretti,
Assessore alla Cultura di Verbania