Economia - 28 novembre 2024, 08:00

Agenzia delle Entrate Riscossione condannata per responsabilità aggravata nei confronti di un omegnese

L'ex Equitalia dovrà risarcire l'uomo dopo aver ripetuto lo stesso errore per anni a danno della stessa persona

Federconsumatori segnala che la Corte di giustizia tributaria ha condannato l’Agenzia delle Entrate Riscossione (Ader, da non confondere con l’Ade, Agenzia delle Entrate) per responsabilità aggravata nei confronti di un cittadino omegnese. Di seguito il resoconto dei fatti.

Equitalia, oggi Agenzia Entrate Riscossione (Ader), fino al 2006 notifica a F.A. (oggi 57 anni di Omegna), 20 cartelle di pagamento per un totale di 36.000 euro. Nel 2009 gli pignora anche la busta paga, percependo ogni mese 206 euro dal suo datore di lavoro, il Ministero Economia e Finanze (Mef). Oggi F.A. ha saldato il suo debito con lo Stato: l’ultima trattenuta sulla busta paga è stata eseguita a ottobre 2024.

Ader nel febbraio 2019 intima F.A. a pagare 25.000 euro. Ma è un errore, trattandosi di cartelle già comprese nel pignoramento del 2009, e quindi in corso di regolare pagamento. Federconsumatori si attiva con i propri legali chiedendo la rettifica dell’errore, ma Ader si ostina a non rimediare fino a quando non riceve la notifica del ricorso giudiziale. Solo a luglio 2019 la stessa Ader trasmette finalmente una missiva a firma di un dirigente ammettendo l’errore e annullando la richiesta di pagamento da 25.000 euro.

Nel settembre 2023 F.A., recatosi presso gli sportelli di Ader a Fondotoce, apprende per caso dell’esistenza di un debito risalente al 2005 di 20.000 euro. Dopo una veloce verifica scopre che si tratta della solita cartella compresa nel pignoramento del 2009, ormai saldata, e addirittura annullata nel luglio 2019. A nulla sono valse le sue richieste di rimediare all’errore per evitare pregiudizi futuri.

Nel maggio 2024 Ader ripete lo stesso identico errore commesso nel 2019, intimando il pagamento della cartella da 20.000 euro. Immediatamente gli avvocati hanno depositato il ricorso in Corte di Giustizia Tributaria, in quanto F.A. rischiava di subire gravissimi pregiudizi per un debito inesistente, come un nuovo pignoramento sulla busta paga e sul conto corrente, o il fermo amministrativo dell’auto.

La corte a giugno sospende la cartella, ma la vicenda in corso di causa assume altri contorni inimmaginabili. Ader, nonostante l’evidenza dei fatti e l’ammissione di errore del 2019, ritiene di aver ragione, lamentando di non ricevere dal Mef i bonifici mensili dal 2017 ad oggi, colpevolizzando F.A. di non aver controllato il proprio datore di lavoro. Si scopre però che il Mef ha sempre eseguito regolari bonifici all’esattore, i quali venivano “stornati dalla banca destinataria”. In pratica Ader nel 2017 ha cambiato il conto corrente senza comunicarlo al Mef, e di conseguenza i bonifici eseguiti verso il vecchio conto tornavano indietro. Il nuovo codice iban è stato comunicato da Ader al Mef solo a settembre 2024, quindi Ader è l’unica responsabile dell’omessa ricezione dei versamenti, anche se ha ritenuto colpevole il Mef di trattenere il denaro e non aver comunicato lo storno.

La Corte di Giustizia Tributaria di Verbania ha totalmente accolto il ricorso di F.A., annullando l’atto impugnato, condannando Ader a pagare tutte le spese legali, oltre alla condanna per responsabilità aggravata per aver resistito in giudizio con colpa grave. L’esattore dovrà quindi risarcire F.A con 1.500 euro. La Corte ha ritenuto che l’esattore non ha osservato la normale prudenza e non si è attivato con i doverosi accertamenti. Condanna esemplare, in quanto è inaudito che lo stesso errore venga ripetuto per anni a danno del cittadino, e che l’esattore, da cui ci si attende una scrupolosa attenzione nella gestione del denaro pubblico, possa addirittura permettersi di colpevolizzare per i propri errori il povero contribuente. 

La vicenda avrà un seguito anche in sede penale, avendo F.A. sporto querela e richiesto la condanna dei colpevoli di questa estenuante persecuzione commessa ai suoi danni. Federconsumatori già nel 2016 era riuscita a far condannare Equitalia per responsabilità aggravata dal Tribunale di Novara per una vicenda relativa a continui errori nelle notifiche delle cartelle: il risarcimento per il contribuente era stato di 1.200 euro.

Si consiglia ai contribuenti che hanno stipulato piani di rientro, o che abbiano subito pignoramenti, di conservare sempre la prova di ogni singolo pagamento in quanto, in caso di errore da parte dell’esattore, spesso grava sul cittadino l’onere di dimostrare di aver eseguito i versamenti.

Per ogni eventuale verifica sulle cartelle di pagamento è possibile rivolgersi presso gli sportelli di Federconsumatori di Villa Olimpia a Verbania, Via Mazzini 19, preferibilmente il martedì pomeriggio (Tel. 335.1051111 – 0323.50.71.36 verbania@federconsumatoripiemonte.it).

comunicato stampa