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Attualità | 07 dicembre 2024, 19:00

Morti sul lavoro: il Vco in zona arancione, incidenza superiore alla media nazionale

Con due casi totali verificatisi nei primi dieci mesi del 2024, la provincia è classificata come zona ad alto rischio

Morti sul lavoro: il Vco in zona arancione, incidenza superiore alla media nazionale

“Ancora due mesi per arrivare al bilancio delle vittime di fine 2024. Eppure, come ogni anno, già ora, ci sembra di intravedere i numeri della strage di fine dicembre, perché le statistiche ufficiali del decimo mese dell’anno tolgono ogni speranza a un’inversione di tendenza”. Così Mauro Rossato, presidente dell’osservatorio sicurezza sul lavoro e ambiente Vega Engineering di Mestre, commenta i dati emersi dal report sulle morti sul lavoro avvenute in Italia aggiornato a ottobre 2024. Sono in tutto 890, ben 22 in più rispetto al 2023.

Per quanto riguarda la provincia del Verbano Cusio Ossola, i casi totali di decessi sul posto di lavoro sono due: il territorio è stato classificato in zona arancione, dunque a rischio elevato, con un indice di incidenza pari a 30,5 (dato dal numero di infortuni mortali per milione di occupati), su un totale di 65.509 occupati.

La regione Piemonte, invece, si classifica in zona gialla, con un indice di rischio leggermente inferiore rispetto alla sola provincia del Vco. i dati dell’osservatorio Vega riportano un totale di 41 casi totali, con un indice di incidenza pari a 22.8 (su 1.800.862 occupati).

“È una proiezione davvero sconfortante – prosegue Rossato - che narra ancora una tragedia quotidiana che si consuma più volte al giorno. E dietro ad ogni vittima c’è un lutto familiare che coinvolge ogni anno migliaia di persone”.

Il livello di rischio regione per regione

A finire in zona rossa a fine ottobre 2024 con un’incidenza superiore al +25% rispetto alla media nazionale (Im=Indice incidenza medio, pari a 27,9 morti sul lavoro ogni milione di lavoratori) sono: Valle d’Aosta, Basilicata, Umbria, Trentino-Alto Adige, Sicilia, Molise e Sardegna. In zona arancione: Campania, Calabria, Emilia-Romagna, Puglia e Abruzzo.

In zona gialla: Lazio, Liguria, Friuli-Venezia Giulia, Lombardia, Piemonte e Veneto. In zona bianca: Toscana e Marche.

Rischio maggiore per i lavoratori stranieri

Gli stranieri deceduti in occasione di lavoro nei primi dieci mesi dell’anno sono 149 su un totale di 657, con un rischio di morte sul lavoro che continua a essere quasi triplo rispetto agli italiani. E, infatti, gli stranieri registrano 62,8 morti ogni milione di occupati, contro i 24,0 degli italiani che perdono la vita durante il lavoro.

Il fenomeno per fasce di età

Anche nei primi dieci mesi dell’anno l’osservatorio mestrino elabora l’identikit dei lavoratori più a rischio per fascia d’età. E lo fa sempre attraverso le incidenze di mortalità (per milione di occupati). Un dato, quest’ultimo, che continua a essere preoccupante tra i lavoratori più anziani. Infatti, l’incidenza più elevata si registra proprio nella fascia dei lavoratori ultrasessantacinquenni (con incidenza di 112,8), seguita dalla fascia di lavoratori con età compresa tra i 55 e i 64 anni (con incidenza pari a 45,0). La fascia d’età numericamente più colpita dagli infortuni mortali sul lavoro è quella tra i 55 e i 64 anni (230 su un totale di 657).

Il settore delle costruzioni il più colpito

Alla fine dei primi dieci mesi del 2024 è ancora il settore delle costruzioni a far rilevare il maggior numero di decessi in occasione di lavoro: sono 128. Seguito dalle attività manifatturiere (86), da trasporti e magazzinaggio (84) e dal commercio (48).

l.b.

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