Il 12 dicembre Carlo Alberti, l’editore libraio verbanese, avrebbe compiuto 100 anni. Un anniversario che la famiglia e gli amici hanno voluto onorare con i ricordi di amici e collaboratori raccolti nel libro “Carlo Alberti - 100 anni di cultura, 70 anni di libreria”.
Testi corredati da foto, racconta la figlia Raffaella, corredati da foto selezionate nell’archivio aggiornato dal padre per tutta la vita: “In un certo senso è come se il libro se lo fosse scritto da solo”. Dall’arrivo a Intra nel 1954 dove aprì, il 12 dicembre giorno del suo compleanno, la prima libreria all’angolo tra via Garibaldi e via Canna. Accolto, ricorda la professoressa Emma Caretti Lomazzi, ex preside della scuola media Ranzoni, dallo scetticismo degli intresi in una Verbania già città da 15 anni ma ancora attaccata ai campanili: “Arrivava da Omegna!”.
Uno scetticismo del quale i verbanesi avrebbero finito per ricredersi, riconosce Caretti Lomazzi, “fin dal primo incontro culturale con Oreste Del Buono e Umberto Eco”. Di scrittori famosi, nella libreria trasferita nell’attuale sede all’angolo tra corso Mameli e piazza San Vittore, ne sarebbero passati altri come Piero Chiara, divenuto un assiduo frequentatore e un amico.
Alla libreria, col tempo, Alberti affiancò la casa editrice, nel 1977, “ma già prima aveva pubblicato copie anastatiche della opere di Moriggia e De Vitt”. Del ’79 è l’esordio della rivista Verbanus, oggi diretta da Vittorio Grassi: “Quando lo accompagnai alla cerimonia di conferimento della cittadinanza onoraria di Laveno (a pochi mesi dalla morte dell’agosto 2016, ndr) mi disse: mi raccomando Verbanus! Non si capacitava di come una rivista d’alto livello come Verbania (edita ai primi del ‘900 dai fondatori del Museo del paesaggio, ndr) fosse durata così poco. Creò la rivista per colmare quel vuoto”. Dall’amicizia con Teresio Valsesia nacque “Valgrande ultimo paradiso” che preparò la strada al Parco nazionale Valgrande.
Poi l’impegno nel sociale: il servizio del Libro parlato per non vedenti e il gruppo sciatori ciechi al quale vanno i proventi del libro.
Verbania, all’iniziale freddezza raccontata da Lomazzi Caretti, imparò ad apprezzarlo al punto di conferirgli la benemerenza assegnata ogni anno per la patronale di San Vittore. “Le precarie condizioni di salute degli ultimi anni – conclude la figlia Raffaella – gli hanno impedito di coltivare la passione per i viaggi, come quelli nel deserto del Sahara”, ha ricordato ancora la figlia Raffaelle.
A Raccoglierne l’eredità, oltre alla figlia, anche il nipote Luca: “Quando nel 2019 Luca mi disse di voler entrare nell’attività e proseguire il lavoro iniziato dal nonno fui contenta. È allora che abbiamo deciso di ampliare il negozio e spostare l’ingresso in piazza San Vittore”.
Tra gli ospiti della presentazione del libro c’era il sindaco, Giandomenico Albertella: “Solo da pochi anni stiamo ragionando di marketing territoriale, Alberti ha valorizzato il territorio con la sua attività editoriale con decenni di anticipo”.