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Economia | 05 gennaio 2025, 16:00

In crescita il timore per l’inflazione e il costo della vita: ecco cosa pensano gli italiani

Più di quattro persone su dieci si aspettano una fase di recessione, mentre sei su dieci temono un aumento

In crescita il timore per l’inflazione e il costo della vita: ecco cosa pensano gli italiani

Secondo il report “FragilItalia: Uno sguardo al futuro”, elaborato da Area Studi Legacoop e Ipsos, gli italiani non sono particolarmente ottimisti sulle prospettive economiche per il 2025. Più di quattro italiani su dieci (42%) si aspettano una fase di recessione, mentre sei su dieci (63%) temono un aumento del costo della vita. Le previsioni sono particolarmente cupe tra il ceto popolare, dove il 59% si attende una recessione e il 70% prevede un incremento dei prezzi. Un altro dato negativo riguarda la situazione generale del Paese, con il 61% degli intervistati (e l'80% nel ceto popolare) che non prevede miglioramenti.

Gli italiani sembrano preoccupati per l'evoluzione di alcuni aspetti fondamentali della vita sociale. Il 86% teme l’aggravarsi dei tassi di violenza, l'84% è preoccupato dalle guerre in corso, l'82% dai cambiamenti climatici e l'81% dalle disuguaglianze sociali. Tuttavia, non mancano previsioni più positive per la sfera familiare. L’81% degli intervistati si aspetta di vivere in modo positivo le relazioni familiari, l’amore e gli affetti, e il 77% è ottimista per quanto riguarda la propria salute.

Per quanto riguarda il lavoro, il 70% degli intervistati pensa di mantenere la stessa posizione lavorativa e la stessa retribuzione, mentre il 28% teme di dover affrontare lavori precari. In ogni caso, si notano differenze significative tra i vari ceti sociali: il 76% degli appartenenti al ceto popolare è preoccupato per la situazione economica della propria famiglia e il 48% si aspetta di dover svolgere lavori precari. D’altro canto, il 54% degli intervistati si sente incluso nella società, ma questa cifra sale al 72% per il ceto medio, mentre scende al 29% per il ceto popolare, che si sente maggiormente escluso.

Al primo posto tra le preoccupazioni per il futuro, gli intervistati collocano le guerre (60%) e i cambiamenti climatici (55%). Altri “nemici del futuro” includono un'eccessiva concentrazione della ricchezza (44% nel ceto popolare) e l’inflazione (38% nel ceto popolare). La pace, la sicurezza e la giustizia sociale sono le parole che gli italiani considerano più importanti per il futuro, seguite dalla democrazia, uguaglianza e stabilità.

a.f.

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