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Economia | 08 gennaio 2025, 15:03

Partito l'obbligo di indicazione d’origine per la frutta secca sgusciata: Coldiretti plaude alla nuova normativa

“Un risultato importante, anche se resta ancora anonima l’indicazione della provenienza della frutta secca usata nella preparazione dei dolci

Partito l'obbligo di indicazione d’origine per la frutta secca sgusciata: Coldiretti plaude alla nuova normativa

Dal 1° gennaio 2025 è scattato l’obbligo dell’indicazione d’origine della frutta secca sgusciata, dalle nocciole alle mandorle, dai fichi secchi ai pistacchi, mettendo finalmente in trasparenza un settore che negli ultimi anni ha registrato una forte crescita dei consumi. Ad annunciarlo è la Coldiretti dopo l’entrata in vigore del regolamento Ue che impone l’indicazione della provenienza che va a completare la norma già esistente per quella in guscio. Un provvedimento che arriva peraltro proprio in concomitanza con il periodo natalizio, dove tradizionalmente è maggiore la presenza di mandorle, nocciole &co. sulle tavole anche se negli ultimi anni il consumo è cresciuto in generale, spinto dalle nuove tendenze salutiste. 

La normativa prevede l'obbligo di etichettatura dell'origine per la frutta secca sgusciata o essiccata e i prodotti di IV gamma, compresi funghi non coltivati, zafferano e capperi. Le informazioni relative all'origine devono essere chiaramente visibili sull'imballaggio e/o sull'etichetta e l'indicazione del paese d'origine deve risaltare maggiormente rispetto all'indicazione del paese in cui è avvenuto l'imballaggio.

“Un risultato importante, anche se resta ancora anonima l’indicazione della provenienza della frutta secca usata nella preparazione dei dolci come, ad esempio, le creme di nocciole, nonostante negli ultimi anni sia cresciuto il numero dei produttori che appongono volontariamente informazioni sull’origine – fanno notare il Presidente di Coldiretti Novara-Vco Fabio Tofi e il Direttore Luciano Salvadori - Il rischio è legato principalmente alle importazioni di prodotto estero che non rispetta le stesse regole in materia di usi di pesticidi vigenti nell’UE, e che presenta spesso alti livelli di residui di sostanze pericolose”.

L’etichettatura obbligatoria dei cibi è una battaglia storica della Coldiretti ed è stata introdotta per la prima volta in tutti i Paesi dell’Unione Europea nel 2002 dopo l’emergenza mucca pazza nella carne bovina per garantire la trasparenza con la rintracciabilità e ripristinare un clima di fiducia. Da allora molti progressi sono stati fatti, con l’indicazione della provenienza che è stata estesa a circa i quattro quindi della spesa, anche se resta anonima l’origine dei legumi in scatola, della frutta nella marmellata o nei succhi, del grano impiegato nel pane, biscotti o grissini senza dimenticare la carne o il pesce venduti nei ristoranti.

Una battaglia che Coldiretti ha portato dallo scorso anno anche in Europa con il lancio di una proposta di legge di iniziativa popolare per rendere obbligatoria l’origine degli ingredienti su tutti gli alimenti in commercio nella UE. L’obiettivo è raggiungere un milione di firme per dire basta ai cibi importati e camuffati come italiani e difendere la salute dei cittadini e il reddito degli agricoltori. 

“Solo così sarà possibile porre fine all’inganno dei prodotti stranieri spacciati per tricolori permesso dall’attuale norma del Codice doganale sull’origine dei cibi, che consente l’italianizzazione grazie ad ultime trasformazioni anche minime” concludono Tofi e Salvadori.

Comunicato stampa

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