Sanità - 20 gennaio 2025, 18:30

Comitato Difesa Vco: "No all'ospedale unico, serve riorganizzare i servizi territoriali"

"In una realtà come la nostra ogni zona ha necessità di un ospedale efficiente. L'obiettivo resta la salute del cittadini"

“L’ospedale unico è la soluzione ai veri problemi della salute? È così difficile da comprendere che qualsiasi ospedale può funzionare solo se integrato con servizi territoriali che garantiscano la prevenzione, la medicina generale, la medicina specialistica ambulatoriale, la diagnostica ed una prima risposta immediata alle emergenze? Ed è così difficile constatare che nel Vco l’assistenza territoriale è pressoché inesistente? Per vent’anni si è discusso e sperperato danaro pubblico con progetti, studi che hanno procurato il “nulla assoluto”, distraendo l’attenzione sui servizi territoriali nel frattempo scomparsi o divenuti inefficienti”. Sono parole del Comitato Difesa dei tre ospedali del Vco, guidato da Vladimiro Di Gregorio, che in una nota si schiera apertamente contro l’ipotesi dell’ospedale unico di cui tanto si sta discutendo.

“A chi ancora oggi propone – proseguono dal comitato - l’ipotesi dell’ospedale unico nel Vco, sepolto da un referendum comunale consultivo nel 2003 con una valanga di no, rispondiamo: “perché allora non rilanciare la ristrutturazione dei tre ospedali come previsto inizialmente, anziché abbatterli e ricostruirli un reparto alla volta, con una spesa totale del doppio rispetto a quanto previsto? Si otterrebbe un sensibile risparmio e con metà della spesa si ristrutturerebbe anche l’ospedale di Omegna. Infatti, nel 2022 lo studio dell’Ires finanziato dalla regione calcolava che la ristrutturazione degli ospedali del Vco, in alternativa alla demolizione e la ricostruzione, comportava un importo di 43 milioni di euro per Verbania, di 41 milioni di euro per Domodossola e di 21 milioni di euro per Omegna, per una spesa totale di 105 milioni rispetto ai 200 attuali”.

“Non si può decidere il numero di ospedali prima ancora di realizzare una rete territoriale adeguata (medicina di base, poliambulatori specialistici, pronti soccorso strategicamente dislocati, attività diagnostica ecc.) – si legge ancora nella nota -. Solo quando vi sarà operatività di tali presidi territoriali si potrà decidere su numero e collocazione degli ospedali. Ma restiamo sempre della convinzione che in una realtà territoriale come il Vco tutti e tre gli ospedali di Verbania, Domodossola e Omegna hanno una funzione indispensabile. Essi sono strategicamente collocati per garantire punti di riferimento sicuri per l’intera popolazione, garantendo non solo servizi di reparto ma anche attività di pronto soccorso e i servizi ambulatoriali polispecialistici indispensabili. Inoltre, la rete delle emergenze non può prescindere da una organizzazione “a scacchiera” integrata con la rete ospedaliera.

Bisogna tener conto della peculiarità della provincia Vco con aree montane, popolazione sparsa e seri problemi di viabilità e trasporti. Vanno applicate deroghe per riconoscere la specificità del territorio montano del Vco: non si possono mettere sullo stesso piano e con le stesse regole territori di pianura, quali la maggior parte delle altre province del Piemonte o il territorio metropolitano di Torino, rispetto a una provincia quasi totalmente montana come il Vco. Queste considerazioni devono consentire deroghe sul numero dei Dea e sui contratti del personale della sanità del Vco, che è anche territorio di confine sul quale grava la forte attrattiva retributiva della vicina Svizzera”.

Continua il comitato: “La stampa locale riferisce sulla convinta adesione della classe medica del Vco all’opzione dell’ospedale unico. In realtà l’appello per l’ospedale unico, organizzato dall’Ordine dei Medici del Vco, ha ottenuto l’adesione di circa 130 professionisti. Senza entrare nel merito delle opinioni, si fa presente che l’Ordine del Vco conta circa 1000 iscritti e una percentuale del 13% non è certo rappresentativa della intera classe medica locale”.

“Per concludere ribadiamo la nostra convinzione:

- che ogni zona della provincia (Verbano, Cusio ed Ossola) ha necessità di un ospedale efficiente;

-  che i servizi sanitari territoriali (medicina di base, guardia medica ed emergenza, poliambulatori di diagnostica) vanno riorganizzati e resi pienamente operativi;

- che tra i due settori ospedali-territorio esista la indispensabile collaborazione e coordinazione.

Il principale obiettivo è la salute dei cittadini del Vco, non altro, né gli interessi settoriali o di categoria, né gli interessi speculativi immobiliari sugli attuali Ospedali, né la privatizzazione dei servizi sanitari. Il Comitato a difesa dei tre Ospedali del Vco – conclude - nelle prossime settimane organizzerà un’assemblea pubblica sul tema della salute ed in particolar modo sulla sanità territoriale a cui chiediamo fin d’ora la partecipazione della popolazione”.

l.b.