Attualità - 07 febbraio 2025, 19:20

Barry Callebaut, l'appello di Volt: "Se non ora, quando?"

Il gruppo coinvolge i vertici nazionali ed europei sulla vicenda della fabbrica di cioccolato verbanese

“Dallo scorso settembre, Verbania è stata colpita da una crisi che non solo mette in ginocchio l’economia locale, ma scuote anche il tessuto sociale della comunità. Barry Callebaut, colosso multinazionale del cioccolato, ha annunciato la chiusura dello stabilimento produttivo cittadino, una decisione che non nasce da problemi di produzione, bensì dalla volontà di garantire dividendi agli azionisti, sacrificando il futuro di 150 lavoratori e delle loro famiglie”. Così il gruppo Volt Verbania, con Verbania Civica e Socialismo XXI Secolo, torna a parlare della complessa situazione che lo stabilimento verbanese sta vivendo negli ultimi mesi. “Abbiamo deciso di oltre la semplice solidarietà, proponendo azioni concrete per sostenere i lavoratori e invertire la rotta. È il momento di chiedersi: se non ora, quando?”, chiede Volt.

Il gruppo Volt Verbania ha dunque coinvolto anche i vertici nazionali ed europei, chiedendo un loro intervento. Queste le parole di Daniela Patti, co-presidente di Volt Italia: “Lo scorso maggio ho visitato Verbania per le elezioni amministrative e ho conosciuto una comunità vibrante e determinata. Oggi quella stessa comunità rischia di subire un colpo durissimo. Abbiamo provato a fare la nostra parte per sostenere i lavoratori, a partire dal podcast 'Verbania e la fabbrica di cioccolato', dove abbiamo raccolto le loro storie e analizzato cosa si sarebbe potuto e dovuto fare. Da quel lavoro sono emerse tre urgenze fondamentali: bloccare la speculazione immobiliare per garantire che la destinazione d’uso del terreno resti invariata; sostenere concretamente le famiglie, riattivare il fondo Verbania Solidale per offrire supporto immediato, valorizzare la rete che coinvolge sia la ricollocazione sia la crescita professionale; aumentare la pressione mediatica: dare risonanza alla vertenza per evitare che passi sotto silenzio, perché abbiamo visto come la pressione mediatica possa ottenere risultati insperati”.

“Abbiamo creato un gruppo Facebook dedicato – prosegue Patti - a cui partecipano un migliaio di persone, per mantenere alta l’attenzione e garantire un'informazione costante. Ma non basta. Durante il consiglio comunale aperto di dicembre, abbiamo avanzato una proposta concreta: un ufficio stampa dedicato per dare visibilità nazionale e continua alla vertenza. Abbiamo chiesto che tutte le forze politiche collaborassero per amplificare il messaggio. Il 19 dicembre abbiamo ribadito le nostre richieste con una comunicazione ufficiale al sindaco e al consiglio comunale. A oggi, nessuna risposta. Forse speravano in un esito migliore delle trattative, ma ormai è chiaro: Barry Callebaut non ha alcuna intenzione di trattare in modo equo. È ora di cambiare strategia e cambiare piano d’azione. Ci aspettiamo che l’amministrazione comunale faccia sue le nostre proposte e si attivi immediatamente al riguardo, perché ci sono 150 famiglie che vivono nell’incertezza da mesi e un’intera comunità che rischia il tracollo economico. Se non ora, quando?”.

Sulla vicenda interviene anche Francesca Romano D’Antuono, co-presidente di Volt Europa: “Qualcuno potrebbe chiedersi: perché un partito paneuropeo si interessa a una crisi apparentemente locale? La risposta è semplice: uno dei principi di Volt è “Pensa europeo e agisci localmente" e quindi ciò che accade a Verbania è il riflesso di una debolezza strutturale dell’Unione Europea. Multinazionali come Barry Callebaut (di proprietà svizzero-belga) sfruttano le falle del sistema europeo per massimizzare i profitti, approfittando delle differenze nei costi del lavoro e nelle normative nazionali. Questo squilibrio va affrontato e risolto a livello comunitario. Un’Europa forte deve imparare dalle crisi locali e agire per impedire che si ripetano. Volt Europa sostiene i lavoratori di Barry Callebaut e appoggia con forza l’iniziativa dell’ufficio stampa per mantenere alta l’attenzione sulla vicenda. Dobbiamo dare voce a chi sta subendo ingiustizie e pretendere che le istituzioni agiscano. Da parte nostra, stiamo raccogliendo tutte le informazioni per portare la questione all’attenzione del Parlamento Europeo, con la possibilità di presentare un’interrogazione ufficiale. Se non ora quando?”.

l.b.