Si chiude con un dato positivo la settimana difficile per i lavoratori di Barry Callebaut. Ieri è stato raggiunto l’accordo sulla gestione dei licenziamenti collettivi.
Le trattative erano riprese dopo la manifestazione di giovedì a Intra, davanti alla sede degli industriali.
Dicevamo al termine di una settimana calda, iniziata martedì 4 febbraio con la proclamazione dello sciopero da parte dei dipendenti che la multinazionale zurighese ha deciso di chiudere, smantellando lo stabilimento verbanese.
Il dialogo, diventato ''impossibile'', aveva indotto i dipendenti a bloccare lo stabilimento, fermando ogni attività produttiva, ed ad annunciare una manifestazione per il giovedì 6 all'Unione Industriale del Vco. Proesta che aveva visto una grande partecipazione, presenti anche amministratori e politici.
“L’azienda non ci viene incontro in nessun modo: non si rendono conto che hanno lasciato un centinaio di famiglie su una strada’’ avevano denunciato i dipendenti. E alcuni di loro si erano presentati alla manifestazione con addosso un naso rosso: “Un gesto provocatorio, perché oggi mi sento per l’ennesima volta in un circo. Ci sono persone che scherzano con la nostra vita, con il nostro futuro, e noi ci sentiamo dei pagliacci nelle loro mani” avevano detto’’.
Ieri, venerdì 7, il confronto alla sede dell’Unione Industriali, con il raggiungimento di un’intesa.
Si è parlato chiaramente della buonuscita, necessaria a tutelare i lavoratori e le loro famiglie.
Soddisfatti i sindacati per un accordo ritenuto ‘’ migliorativo. L’assemblea dei lavoratori dopo un passaggio in mattinata ci ha dato pieno mandato’’.
Da qui la decisione di interrompere lo sciopero proclamato ad inizio settimana.
Martedì 11 febbraio, intanto, una società interessata a rilevare lo stabilimento sarà a Verbania per un sopralluogo. C’è anche l’interessamento di altre due aziende.