S’è conclusa con la deposizione di un omaggio floreale davanti alla lapide in ricordo del questore di Fiume Giovanni Palatucci, e un ricordo del questore Giancarlo Conte sul lungolago a lui intitolato, la commemorazione del Giorno del Ricordo in memoria degli esuli italiani dalle terre annesse alla Jugoslavia. In precedenza, il Comitato 10 Febbraio aveva organizzato la cerimonia provinciale sotto la tettoia dell’imbarcadero vecchio, seguito dal corteo fino alla targa al parco Cavallotti.
“Per la polizia di Stato – ha ricordato Conte dopo la benedizione impartita da don Giovanni Antoniazzi – Giovanni Palatucci è uno di noi. Un collega che, da questore reggente di Fiume dopo l’8 settembre 1944 quando l’Istria fu annessa al terzo reich, ha sacrificato la vita per salvare migliaia di ebrei, anche prima di diventare questore, da dirigente dell’ufficio stranieri dove fu destinato al suo arrivo a Fiume. Dopo l’annessione fece distruggere tutti i documenti d’identità per impedire che gli ebrei fossero individuati e deportati. Lo fece con la consapevolezza che sarebbe stato scoperto, come avvenne per la delazione del suo vicequestore”.
Aprendo la cerimonia sotto la tettoia il presidente del Comitato 10 Febbraio, Fabio Volpe, ha ricordato lo sfregio dei giorni scorsi alla foiba di Basovizza: “Un insulto all’intera nazione, dobbiamo lavorare perché non accada più, per consegnare alle future generazioni una memoria condivisa, quella che la generazione degli anni ’90 alla quale io appartengo non è riuscita a fare”.
“Anche questa è la nostra storia – ha sottolineato Luciano Paretti, assessore alla cultura a Verbania – una storia che possiamo e dobbiamo ricordare affinché non si ripeta”. “Quello di oggi – ha aggiunto Gabriella Pellizzari, consigliera provinciale – è un passo indietro che dobbiamo compiere per non dimenticare quanto è accaduto e trasmetterlo alle nuove generazioni per un futuro di pace e di civile convivenza”.
Il viceprefetto vicario, Gerardo Corvatta, s’è rifatto a quanto dichiarato nei giorni scorsi dal Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella: “Oggi i confini sono sicuri, il dialogo tra le due nazioni prosegue, il ricordo dei profughi è doveroso ma oggi siamo un solo popolo, come ha ricordato il presidente Mattarella”. Per Tommaso Codemo, presidente della consulta degli studenti del Vco “la commemorazione serve ad arginare la violenza che, una volta innescata, non si ferma. Evitiamo che, quanto successo, diventi oggetto di rancore per evitare che in un futuro prossimo certi fenomeni possano ripetersi”.
Prima della targa in ricordo delle vittime delle foibe Francesco Sirtori, vicepresidente del Comitato 10 Febbraio, e il professor Giulio Capriata hanno parlato del contesto storico in cui è maturata la pulizia etnica nei confronti degli italiani istriani e dalmati, dopo l’armistizio firmato dal generale Badoglio il 4 e reso noto l’8 settembre 1943.