Nel corso del 2024 si è registrato un lieve calo del tessuto imprenditoriale dell’alto Piemonte: la contrazione, comune a tutte le province sebbene con diversa intensità, riflette la difficoltà di alcuni settori come il commercio, l’industria in senso stretto e l’agricoltura. Dinamica opposta per gli altri servizi e, in misura minore, per le costruzioni. È quanto rilevato dalla Camera di Commercio Monte Rosa Laghi Alto Piemonte.
Osservando in particolare la provincia del Verbano Cusio Ossola, il sistema imprenditoriale registra una contrazione che rappresenta il risultato più sfavorevole a livello regionale: il saldo anagrafico delle imprese della provincia è pari, infatti, a -51 unità a fronte di 614 nuove iscrizioni e 665 cessazioni (al netto delle 55 cancellazioni d’ufficio). Il bilancio tra le imprese iscritte e le imprese cessate si traduce, pertanto, in un tasso pari al -0,41%. Lo stock di imprese registrate al 31 dicembre 2024 ammonta complessivamente a 12.266 unità.
Tra i settori emergono evidenti differenze: il commercio registra una decisa contrazione, pari al -2,40%. In calo anche l’industria in senso stretto (-1,41%) e l’agricoltura (-0,78%). Dinamica in positivo per gli altri servizi (+0,94%), il turismo (+0,78%) e, in misura minima, per le costruzioni (+0,10%). Tra le forme giuridiche solo le società di capitali registrano un tasso di crescita positivo (+2,21%). Per quanto riguarda le imprese artigiane, nel corso del periodo in esame si rilevano 218 iscrizioni e 256 cessazioni (al netto delle 2 cancellazioni d’ufficio, portando il numero di imprese registrate a 3.947 unità.
“Analizzando il bilancio demografico del nostro tessuto produttivo si notano saldi negativi, ma con numeri assoluti ridotti”, commenta Fabio Ravanelli, presidente della Camera di Commercio Monte Rosa Laghi Alto Piemonte. “Questa tendenza, peraltro comune all’intero territorio piemontese, non va tuttavia sottovalutata perché riflette una serie di difficoltà con cui le imprese si trovano a fare i conti, in primis l’incertezza persistente dell’economia e della politica internazionali, che rischiano di paralizzare gli investimenti, scoraggiando l’apertura di nuove attività. Il nostro tessuto produttivo, grazie anche ad una positiva diversificazione delle attività economiche e ad una spiccata vocazione all’export, ha sicuramente un potenziale competitivo, che deve però essere adeguatamente sostenuto attraverso misure mirate da parte di tutti gli attori locali e nazionali per preservare la sua vitalità e la capacità di generare valore per il territorio”.