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Attualità | 19 febbraio 2025, 12:00

Borghi: "Serve una riflessione sulle prospettive della rivoluzione tecnologica nel nostro territorio"

Il senatore ossolano: "Il punto è capire come possiamo stare nel mondo che si apre"

Borghi: "Serve una riflessione sulle prospettive della rivoluzione tecnologica nel nostro territorio"

Occorre aprire un ragionamento sulla struttura produttiva e sul mondo del lavoro del Verbano Cusio Ossola, per aprirsi alle nuove prospettive della quarta rivoluzione industriale: è il senso della riflessione che il senatore ossolano Enrico Borghi (capogruppo di Italia Viva al Senato) ha fatto nella sua consueta rubrica sulle pagine della Stampa Diocesana.

L'analisi del parlamentare è partita anzitutto da una riflessione di natura storica: “Il territorio del Verbano Cusio Ossola - scrive Borghi - fu per lunghi decenni un luogo di impianto di produzioni industriali "fondiste" per tutto il Novecento, al punto tale da creare la definizione di "territorio a monocultura industriale". La terza rivoluzione industriale, innescata dallo shock petrolifero del 1973 e caratterizzata dall'avvento di tecnologie ad alta intensità di capitale basate su informatica e telematica, avviò un nuovo sistema di produzione che determinò il brusco declino di tutte le lavorazioni basate su grandi concentrazioni di manodopera. Saltarono così come birilli i grandi siti industriali del Vco (dai nomi "pesanti" nella storia industriale italiana se pensiamo a Rhodiatoce- Montecatini, Rumianca, Indel, Sisma, Cobianchi-Pietra, Bialetti, Girmi, solo per citarne alcuni) e il territorio con fatica cercò la sua strada dentro una nuova dimensione produttiva, la società dei servizi, che oggi vede sostanzialmente in quattro le grandi "fabbriche" che drenano occupazione e manodopera”.

Da qui l'analisi sulla struttura produttiva attuale, imperniata per il parlamentare su quattro pilastri: “La "fabbrica turismo", intimamente connessa con le caratteristiche del territorio e le bellezze naturalistiche ed ambientali, che esige un accompagnamento in termini di innovazione e qualità e che sconta problemi di valore aggiunto e di produttività che vanno a scapito dei salari. La "fabbrica Asl", visto che la principale azienda del nostro territorio (che dà lavoro a quasi 2.000 persone, per la precisione 1.835 a fine 2022) è l'Azienda Sanitaria Locale del Verbano Cusio Ossola, con tutti i suoi problemi e le sue difficoltà su cui ci siamo già ampiamente soffermati. E, infine, la "fabbrica Svizzera", visto che sono arrivati a 8.000 i lavoratori del nostro territorio che quotidianamente si alzano all'alba e si recano al lavoro nella vicina Svizzera (6 mila in Ticino e 2 mila in Vallese). E, come ha ricordato Maria Grazia Varano su "La Stampa" di lunedì 10 febbraio, di questi ben 5.000 afferiscono al comparto edile, che si sostiene con i grandi lavori pubblici costantemente promossi della Confederazione Elvetica e dei Cantoni. Oltre, naturalmente alla "fabbrica piccole e medie imprese", che costituiscono il nerbo manifatturiero e la fitta trama della subfornitura che opera in assenza di grandi pivot industriali e sconta la difficoltà di competizione con la Svizzera in termini di manodopera e di fiscalità”.

Fatto excursus storico e analisi della realtà, la riflessione del senatore passa a porsi un interrogativo sul futuro: "Il punto, però, è capire come possiamo stare - dal punto di vista produttivo e degli investimenti - nel mondo che si apre. Perché senza riflettere su questo, non diamo prospettive ai nostri giovani. Oggi entriamo nell'era della quarta rivoluzione industriale: robot intelligenti, veicoli autonomi, aumento delle capacità cerebrali grazie alla neuro-tecnologia, scrittura del codice genetico. Siamo nell'era della crescente compenetrazione tra mondo fisico, digitale e biologico, dentro una fusione di progressi in intelligenza artificiale, robotica, internet delle cose, stampa 3D, ingegneria genetica, computer quantistici e altre tecnologie. Allora, forse, una riflessione strategica di come un territorio piccolo ma dotato di risorse dal punto di vista ambientale, mineralogico ed energetico come il nostro (ricordate la riflessione fatta mesi fa sulle concessioni idroelettriche?) potrebbe stare in questo salto della storia potrebbe e dovrebbe essere fatta. È quello che proveremo a fare la prossima volta!”.

Redazione

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