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Cultura | 20 febbraio 2025, 10:33

Bastardo posto, un noir sofferto e disfattista: recensione e video-recensione

Il libro di Remo Bassini, pubblicato da Golem

Bastardo posto: copertina e foto dell'autore, Remo Bassini

Bastardo posto: copertina e foto dell'autore, Remo Bassini

Una cittadina del Nord Italia. Primi anni duemila. Una notte di marzo, mentre diluvia, il giornalista 43enne Paolo Limara fissa la vetrina di un negozio chiuso da quattro anni sotto i portici, c’è un manichino nudo, riflette tra ricordi e fantasmi.

La svolta era avvenuta quasi sei mesi prima: una notte come quella aveva visto una donna che dormiva in auto, si erano messi a parlare. Moglie e figlio erano in viaggio, l’aveva invitata a casa per un caffè, era scoppiato un amore intenso e disperato. Lei ora è morta da quattro giorni, si chiamava Marina Castori, dovrebbe essere stato un incidente (anche il figlio piccolo di lei era morto così anni prima, investito da una moto), lui ha sospetti. Marina era una dottoressa e gli aveva confidato una brutta storia di pedofili accaduta nove anni prima, nessuna aveva davvero indagato e i corpi degli scomparsi (tre ragazzini e un’assistente sociale) non erano stati mai trovati, alcuni preti erano coinvolti in vario modo (per esempio come confessori). Lei conosceva il responsabile di tutto, Filippo Tuddia, l’intoccabile potente mafioso che vive lì, gestendo attività criminali e facendo assistere da badanti l’anziano padre. Quando a gennaio aveva iniziato a crederle, un amico poliziotto gli aveva fatto vedere, rammaricato, un video in cui lei se la faceva con altri uomini, era quasi impazzito, ma forse era pure quella una manovra di Taddia.

Ora c’è il funerale di Marina e si fa vedere lo stesso elegante mafioso, il quale, fra l’altro, attraverso debiti del videopoker, si era fatto vendere il negozio dalla 48enne Viola Rodesi, che una di quelle notti incrocia Paolo sotto i portici, entrambi tristi e disillusi. Nasce un’altra possibile reciproca attrazione, anche se una Volvo nera continua a girare lì intorno (l’uomo che guida legge gialli e noir) e vi sono varie telecamere fatte piazzare da Taddia in angoli strategici (la badante bada pure ai monitor). Disperazioni si intrecciano e si accavallano, Loro tramano nell’ombra, i potenti vogliono uscirne (tramite i giornalisti, un po’).

Il bravo giornalista e scrittore (già operaio e portiere di notte) Remo Bassini (Cortona, 1956) fin da piccolo si è trasferito a Vercelli, collaborando come redattore e direttore di testate locali, e pubblicando dal 2002 via via vari romanzi, un’esperienza letteraria sempre più orientata al genere noir meditabondo ed esistenziale. Questo libro ha una storia editoriale quasi ventennale e abbastanza travagliata: doveva uscire nel 2007 con la Newton Compton (proprio il giorno della stampa l'uscita fu rinviata a data da destinarsi, nonostante centinaia di prenotazioni); successivamente il manoscritto arrivò a vari editori e il primo (non il solo) a rispondere positivamente risultò il grande Luigi Bernardi (1953-2013); il testo uscì quindi per Perdisa fra 2010 e 2011 (mille copie, ben presto esaurite). L’opportuna riedizione (riveduta e corretta) avviene ora con Golemun vero noir sofferto e disfattista, caratterizzato dall’incidere volutamente zoppicante ed egocentrico (pure rispetto alle singole famiglie) di più individui solitari e ormai titubanti rispetto alla vita. Attraverso le confidenze e le confessioni, durante cinque fredde notti invernali si ripercorrono gli eventi cruciali e i segreti del resto di quei giorni e, attraverso salti e rimandi a vari mesi e anni precedenti, gli intrecci sentimentali o criminali di molteplici parallele esistenze nelle cronache di quella stessa cittadina, apparentemente tranquilla e laboriosa. L’iniziale notte davanti al manichino, Limara vorrebbe correggere il titolo appena scelto dai capi del suo giornale per la prima pagina a caratteri cubitali, Gente per bene, con Bastardo posto (da cui il titolo del romanzo, invece).

Scriverà il medesimo concetto all’interno di un brutto necessario articolo qualche giorno dopo, e il senso è ovviamente diverso da quello della canzone di Guccini. Capricci d’atmosfera con tanti liquori, comunque l’azionista offre Passito di Pantelleria al direttore del quotidiano: le notizie bomba possono uscire a comando, si sa.

(Sempre di Valerio Calzolaio, la videorecensione su youtube: clicca Qui)

Valerio Calzolaio

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