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Attualità | 04 marzo 2025, 15:30

Francioli sui consigli di quartiere: "Se non avessimo legittimità saremmo già andati a casa"

Il presidente di Verbania Est: "Regolamento ad personam, perché il sindaco ha scritto ciò che gli fa più comodo"

Francioli sui consigli di quartiere: "Se non avessimo legittimità saremmo già andati a casa"

In seguito all’intervento del sindaco di Verbania Giandomenico Albertella, il presidente del consiglio di quartiere Verbania Est Ettore Francioli torna sull’ormai nota questione della modifica al regolamento per i consigli di quartiere introdotta dallo stesso primo cittadino. Riportiamo di seguito le parole di Francioli:

“Ho letto la nota stampa del sindaco Albertella sulla modifica al regolamento dei consigli di quartiere (di cui è estensore) e mi corrono alcune precisazioni. All’Albertella leader politico di Verbania Futura ricordo che i tre dimissionari sono suoi rappresentanti, persone di sua fiducia che, fino alle elezioni comunali di giugno, hanno avuto un atteggiamento (attaccare l’amministrazione Marchionini) che, dopo il voto, all’improvviso è cambiato (non incalzare la nuova giunta, nemmeno sugli stessi argomenti già chiesti prima). Il sindaco prima dice che si sono dimessi per “motivi personali”, poi mi invita a non fingere di non sapere i motivi delle dimissioni: me li dica lui, visto che li sa. Io ritengo che siano stati consigliati a dimettersi per azzerare un consiglio di quartiere scomodo.

All’Albertella sindaco e amministratore ricordo che il regolamento, ad oggi, non prevede lo scioglimento dei consigli di quartiere nel caso venga meno il numero legale – altrimenti perché modificarlo? - sul quale, per la verità, lo stesso regolamento attuale è confuso. Se non avessimo avuto legittimità, saremmo già andati a casa.

Non ci possiamo riunire in due? In verità non possiamo nemmeno riunirci perché il quartiere è privo di una sede e le ultime due volte l’affitto della sala delle suore l’ho pagato di tasca mia, che non ho indennità: non ha pagato né il comune, né il sindaco. In otto mesi di mandato, ripetutamente sollecitato, Albertella non ha mai presentato alcuna proposta per risolvere questo problema che già imputavamo alla precedente amministrazione.

Non ho obiezioni a priori (certo, se ne dovrebbe discutere, come del resto di tutta la partita quartieri in generale) a inserire questa norma sulla decadenza, anche se rammento che le modifiche al regolamento sono state fatte senza consultare i consigli in carica. Ciò che contesto è che sia fatta valere retroattivamente. I più elementari principi del diritto dicono che le novità agiscono dal momento in cui vengono approvate in poi. Ecco perché ritengo sia un regolamento ad personam, perché il sindaco s’è scritto le regole che più gli facevano comodo per risolvere una situazione in particolare che politicamente ha contribuito a creare.

Albertella sbaglia a dire che ci saranno nuove elezioni di quartiere. Non lo prevede proprio il suo regolamento, che si limita a fissare in cinque anni la durata dei consigli, a partire dal 2022. Quindi, a meno di non infrangere il regolamento – e lui non mente ai cittadini, né fa eccezioni – non si voterà almeno fino al 2027.

Quanto al bavaglio, oltre alle manovre politiche per azzerare il consiglio, un sindaco di esperienza come lui sa sicuramente che in un ente pubblico la comunicazione istituzionale la fanno l’Ufficio Stampa (se c’è) o l’Urp. Non il portavoce, che è un organo di supporto politico. Quindi sarebbe più opportuno che cambiasse quell’articolo e dicesse che il coordinamento della comunicazione va all’Urp, non al suo “megafono” personale”.

l.b.

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