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Attualità | 20 marzo 2025, 11:00

No al riarmo dell'Europa: la petizione dei cittadini del Vco arriva ai parlamentari

Il Coordinamento Ossola Solidale: "Abbiamo creduto nell'Ue come il più grande progetto di riconciliazione della storia contemporanea, non possiamo accettare che si alzino le spese militari"

No al riarmo dell'Europa: la petizione dei cittadini del Vco arriva ai parlamentari

Dopo il presidio organizzato lo scorso fine settimana di fronte al municipio di Domodossola, il Coordinamento Ossola Solidale torna sul tema del riarmo dell’Europa inviando una lettera ai parlamentari ed europarlamentari per chiedere la sospensione del cosiddetto piano “Rearm Europe”. Sono oltre 160 i cittadini ossolani, ma anche di tutto il Vco, che hanno firmato la petizione inviata ai parlamentari. Riportiamo di seguito il testo completo:

“Ai parlamentari italiani Alberto Gusmeroli, Gaetano Nastri ed Enrico Borghi; agli europarlamentari Carlo Fidanza, Mario Mantovani, Giovanni Crosetto, Lara Magoni, Pietro Fiocchi, Mariateresa Vivaldini, Paolo Inselvini, Cecilia Strada, Giorgio Gori, Irene Tinagli, Brando Benifei, Pierfrancesco Maran, Letizia Moratti, Massimiliano Salini, Roberto Vannacci, Silvia Sardone, Isabella Tovaglieri, Gaetano Pedullà, Ilaria Salis, Benedetta Scuderi.

Gentili parlamentari ed europarlamentari, i sottoscritti cittadini del Verbano Cusio Ossola pongono alla vostra attenzione il dissenso totale al Piano Rearm Europe, recentemente presentato dalla Commissione Europea. Ci siamo sempre battuti per l'Europa. Per un'Europa di pace, di diritti, di democrazia. Abbiamo creduto nell'Unione Europea come il più grande progetto di riconciliazione della storia contemporanea, nato dalle macerie della Seconda guerra mondiale per garantire che nessuna guerra fratricida insanguinasse mai più il nostro continente. Ma l'Europa che sceglie di riarmarsi con il piano Rearm Europe non è più quell'Europa.

Non possiamo accettare un'Europa che alza il budget militare, cancellando le vere conquiste europee: il primato dell'ambiente, la centralità della sanità, il finanziamento della cultura e della scuola, il welfare che difende i più deboli e che assiste i più fragili, gli anziani. Tutto questo sarà compromesso, se non cancellato, dal programma di riarmo che le istituzioni europee stanno promuovendo. Un riarmo che non serve all'Europa: nel 2024 l'Unione Europea e il Regno Unito hanno speso in armi più della Russia. Eppure, si continua a spingere per aumentare gli stanziamenti militari, come se una corsa agli armamenti potesse portare sicurezza e non, invece, il rischio di una spirale senza fine.

Abbiamo fortemente creduto negli ideali europei di pace portati avanti da Willy Brandt e Olof Palme. Ideali fatti propri da Enrico Berlinguer. Seminati con la fede di Giorgio La Pira e don Tonino Bello. Con il coraggio di Sandro Pertini. Ma oggi l'Europa calza l'elmetto per fare quella guerra in cui gli Stati Uniti non credono più. Continueremo a impegnarci per un'Europa della pace, della giustizia sociale, della cooperazione.

Tenuto conto che la maggioranza degli italiani è contraria al riarmo e alla logica della deterrenza, vi chiediamo di tenere conto delle osservazioni, delle preoccupazioni e del dissenso di larga parte della cittadinanza contro il riarmo crescente dell'Unione Europea; di adoperarvi per ricondurre le controversie internazionali e i conflitti tra Paesi nell'ambito dell'Onu, anche nel rispetto dell'art.11 della Costituzione italiana; di impedire che vengano usati i fondi per la coesione sociale per l'acquisto di armamenti; di scongiurare l'ulteriore aumento del debito pubblico italiano a fini di riarmo, con costi che graveranno sulle nuove generazioni”.

l.b.

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