“Sono un paziente seguito dalla nefrologia dell'Asl Vco dal 2013, epoca in cui sono stato sottoposto a biopsia renale. Nel 2022 purtroppo la mia insufficienza renale è giunta ad uno stadio che mi ha portato alla necessita della dialisi, ma grazie al direttore Borzumati e alle infermiere dell'ambulatorio di malattia renale avanzata mi è stato proposta una terapia da eseguirsi direttamente a domicilio. Oltre al fatto di non essere obbligato a dovere andare in ospedale, l'utilizzo della telemedicina mi ha permesso di essere costantemente in contatto con il centro di riferimento che si trova all'ospedale di Verbania”.
Questo il racconto di Cristiano, un paziente che ha potuto usufruire del sistema informatico di gestione della telemedicina utilizzato dalla struttura di nefrologia e dialisi e composto da diversi dispositivi medicali, tra cui una stazione periferica (totem trasportabile) a domicilio del paziente (in casa o in Rsa), una stazione di controllo in sede ospedaliera, un centro di controllo informatico con server cloud, che consente agli operatori sanitari in ospedale di addestrare i pazienti e i caregivers a domicilio nel processo di dialisi peritoneale e di effettuare teleassistenze e televisite. Il sistema ad oggi permette di seguire i pazienti trattati a domicilio con dialisi peritoneale - in media 25-30 all’anno - in condizioni di maggiore sicurezza e qualità in termini di prestazione erogata.
“Attraverso la videodialisi – ha proseguito Cristiano - ho potuto essere seguito dalle infermiere e dalla dottoressa Bonvegna con videovisite e collegamenti con cui mi seguivano nel post addestramento. Successivamente, dopo essere diventato autonomo nella gestione della dialisi, mi è stato fornito un altro strumento: la “webApp”, che mi permette di inviare i miei parametri tutti i giorni, direttamente al centro dialisi. Sono soddisfatto della gestione della mia malattia dal punto di vista clinico e dell'assistenza, nonostante la realtà di provincia i dottori e le infermiere che mi seguono sono all'avanguardia e il poter restare a casa mi permette una buona qualità di vita nonostante la malattia. Ora aspetto il trapianto di rene fiducioso”.
I dati parlano di 113 tra televisite e teleleassistenza nel 2022, 196 nel 2023 e 443 nel 2024. Da sottolineare anche la riduzione del rischio infettivo, perché grazie al sistema di telemedicina si è ridotto in modo significativo il numero dei viaggi dei pazienti verso l’ospedale e degli operatori sanitari verso il domicilio del paziente.
Come ha raccontato il paziente Cristiano, dal 2021 è stato anche avviato l’utilizzo di un secondo modulo, che consente agli operatori sanitari in ospedale di utilizzare una applicazione per inviare direttamente su smartphone, tablet o pc del paziente una scheda digitale per il recupero dei parametri richiesti (pressione, frequenza cardiaca, glicemia, peso, terapia assunta), i dati condotti su canale digitale protetto giungono al cruscotto paziente e resi disponibili ai sanitari in forma di grafico. Ciò ha permesso di effettuare un telemonitoraggio per valutare l’andamento clinico e l’aderenza della terapia, migliorando la qualità delle cure nell’ottica di una medicina di prossimità e precisione.
Dal 2024 il programma di telemedicina in ambito nefrologico è stato inoltre esteso ai pazienti con malattia renale cronica avanzata che si accingono ad avviare il trattamento dialitico, per permettere una scelta del tipo di dialisi più consapevole e condivisa con il nucleo familiare, senza la necessità di continui viaggi fra domicilio ed ospedale. Nel corso dell’anno otto famiglie, diffusamente dislocate nel Vco sono state supportate con tale tipo di sistema.
Oltre a ottimizzare quanto già fatto, nel 2025 è anche intenzione dell’Asl Vco sviluppare ulteriormente il programma, avviando una stabile interazione con i medici di medicina generale associati e le Case di Comunità per la gestione clinica condivisa, secondo percorsi di salute e diagnostico terapeutici assistenziali (Psdta) opportunamente redatti, dei pazienti affetti da malattia renale cronica di grado moderato, cui possono essere evitate periodiche visite in presenza in ospedale attraverso l’utilizzo della telemedicina (televisite di controllo o teleconsulto) fruibili nelle opportune sedi della medicina territoriale e prenotabili su apposite agende Cup.
Tutto questo, oltre a migliorare l’interazione ospedale-territorio, tra specialisti ospedalieri e medici di medicina generale nella gestione delle patologie croniche, ha l’obiettivo di determinare un miglioramento della appropriatezza prescrittiva e generare un riverbero positivo sulle liste d’attesa nell’ambito specifico.
Nell’esperienza condotta si è toccato con mano l’efficace utilizzo della sanità digitale a domicilio, applicabile anche per lo svolgimento di procedure sanitarie relativamente complesse come l’effettuazione di un programma di dialisi, con un’operatività improntata alla semplificazione e migliore fruibilità delle cure abbinate a un adeguato profilo di sicurezza.
Il direttore di nefrologia e dialisi, Maurizio Borzumati: “Il progetto di videodialisi consente una migliore qualità di vita per i pazienti che possono effettuare a casa, in sicurezza, con una riduzione degli accessi ospedalieri, la terapia. Inoltre, ha migliorato la modalità operativa delle figure professionali coinvolte, soprattutto dei caregiver. La videodialisi ha permesso di toccare con mano nell’ambito dell’assistenza e delle terapie erogate a domicilio, il valore della medicina di prossimità e della sanità digitale applicabile anche allo svolgimento di procedure sanitarie relativamente complesse, quale può essere un programma di dialisi».
La coordinatrice del servizio di dialisi peritoneale, Michela De Nicola: “L’utilizzo della videoassistenza ha consentito di ridurre le complicanze e di far sentire i pazienti e i loro caregiver sicuri nella gestione di una terapia salvavita effettuata al domicilio. Oltre alla videodialisi e alla WebApp, con un programma scientifico abbiamo sviluppato la presa in carico dei pazienti con malattia renale avanzata che stanno per iniziare il trattamento dialitico, seguendoli con il programma di telemedicina per visite e consulenze evitando loro la necessità di frequenti viaggi in ospedale”.
Il direttore generale di Asl Vco, Francesco Cattel: “Mi complimento con il direttore, con la coordinatrice e con gli operatori della nefrologia e dialisi per i risultati ottenuti che pongono il paziente e le sue esigenze al centro del percorso di diagnosi e cura utilizzando una procedura di telemedicina avanzata. Il progetto consente una migliore presa in carico da parte dei caregiver e dà attuazione a una medicina di prossimità molto utile e importante per i pazienti cronici, in un territorio di montagna come il Verbano Cusio Ossola”.
L’assessore alla sanità della regione Piemonte, Federico Riboldi: “L’esempio dell’Asl Vco conferma come la telemedicina non sia solo vantaggiosa per i pazienti, ma anche per i professionisti e, più in generale, per la sanità pubblica; riuscendo a ottimizzare le prestazioni e incidere positivamente sulle liste di attesa. Inoltre, in zone particolarmente disagiate come quelle comprese all’interno del Vco, la telemedicina permette di garantire l’assistenza ai pazienti direttamente al loro domicilio, un vantaggio importante anche per le famiglie e i caregiver”.