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Attualità | 22 marzo 2025, 12:00

Un passo verso il futuro: la proposta del senatore Borghi sulla gestione dei dati

Il parlamentare parla di un "green mountain data center" in connessione con le caratteristiche del nostro territorio

Un passo verso il futuro: la proposta del senatore Borghi sulla gestione dei dati

Portare l'Ossola nel futuro: si può sintetizzare così la proposta che il senatore Enrico Borghi, recentemente diventato vicepresidente nazionale di Italia Viva, ha affidato alla sua consueta rubrica sulla stampa diocesana. Nel suo corsivo, il parlamentare ossolano ha ipotizzato la creazione nel nostro territorio di quello che lui ha definito un "green mountain data center", ovvero un centro di calcolo legato allo sviluppo dell'intelligenza artificiale e alla gestione dei big data in connessione con le caratteristiche del territorio e alla disponibilità di energia rinnovabile.

Così Borghi ha illustrato il concetto: " Salute, intelligenza artificiale, sicurezza informatica, sicurezza finanziaria, innovazione digitale. Scorre su questi filoni il futuro. Che, per molti versi, è già dietro l'angolo. Si stanno realizzando, in giro per il mondo, nuovi "data center" che immagazzinano quantità immense di dati e informazioni, li lavorano e li processano a velocità sempre più accelerate e forniscono il nuovo petrolio, i dati, per l'economia digitale e della conoscenza che oggi si sta imponendo a vari livelli (aprendo nuovi scenari economici, politici, etici su cui prima o poi - forse meglio prima che poi - occorrerà iniziare a riflettere).

È in questi data center che da una parte aziende e pubblica amministrazione conservano i loro dati ormai immateriali, e in essi si sviluppano i cicli di innovazione delle innovazioni emergenti. Oggi viviamo nell'era del digitale, tra alcuni anni vivremo nell'era quantistica, quella del supercomputer. Sarà come passare dal guidare una 500 in una strada delle nostre valli a guidare una Ferrari sul circuito di Maranello."

E qui, il parlamentare è entrato nel merito della proposta: "Per svolgere in maniera ottimale le loro funzioni, ed essere posti in condizioni di sicurezza vista l'importanza e la delicatezza delle informazioni spesso contenute (pensiamo solo alla banca dati di una azienda sanitaria locale, che possiede informazioni delicate e preziose di ciascuno di noi che potrebbero far gola al mercato delle assicurazioni o a quello dei produttori farmaceutici, ad esempio), questi data center devono essere collocati in alcuni siti con determinate caratteristiche. Essere schermati per garantire sicurezza elettromagnetica, essere protetti da eventi naturali, se possibile non consumare suolo aggiuntivo, essere vicini a luoghi in cui si assicura energia rinnovabile (condizione quest'ultima essenziale, perchè il processo di elaborazione e calcolo dei dati richiedere acqua per il raffreddamento ed energia cospicua per il processo.

Se incrociamo questi fattori, ci possiamo accorgere allora che nei nostri territori montani è possibile garantire la collocazione di questi data center, o realizzando ex novo delle celle ipogee nella roccia delle montagne oppure recuperando - laddove le caratteristiche tecniche lo consentono - vecchie miniere o cave dismesse.

Questi "Green mountain data center" potrebbero alimentarsi con l'energia idroelettrica delle nostre montagne, potrebbero sfruttare la capsula delle montagne per evitare ogni dispersione di energia e di elettromagnetismo, e potrebbero portarci nell'economia del futuro (che in realtà è già l'economia dell'oggi)."

La chiusura della proposta chiama in causa i possibili attori della sua realizzazione: "Istituti di ricerca, università, aziende, pubblica amministrazione potrebbero essere potenziate in rete dalla presenza di queste strutture, che garantirebbero la possibilità di offrire manodopera qualificata e ad alto valore aggiunto a molti giovani esperti informatici, ingegneri, manager e professionisti che oggi sono costretti ad uscire dal territorio per trovare la loro occupazione e la loro prospettiva di vita. Si tratta, insomma, di creare un "ecosistema digitale e sostenibile" che porterebbe i nostri territori montani nel futuro. Ne vogliamo iniziare a parlare?”.

Redazione

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