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Ultim'ora | 07 aprile 2025, 11:38

Addio al maestro Roberto De Simone, aveva 91 anni

Addio al maestro Roberto De Simone, aveva 91 anni

(Adnkronos) - Il musicista, compositore, regista e autore teatrale, musicologo e scrittore Roberto De Simone, studioso dell'espressività popolare della società preindustriale e artefice della riscoperta della musica campana del Settecento, è morto nella serata di domenica 6 aprile all'età di 91 anni nel suo appartamento nel palazzo Ruffo di Castelcicala (detto anche palazzo De Gregorio di Sant'Elia) a Napoli, in via Foria. Lo scorso 15 gennaio era stato ricoverato all'ospedale 'Vecchio Pellegrini' di Napoli a causa di problemi respiratori successivi a un'influenza. De Simone ha dedicato la sua vita a salvaguardare e far riscoprire un patrimonio culturale straordinario come quello tradizionale partenopeo che rischiava di spegnersi. 

Fondatore nel 1967 della Nuova Compagnia di Canto Popolare, della quale per un decennio è stato l'indiscusso animatore, De Simone è stato direttore artistico (1981-87) del Teatro San Carlo di Napoli, dove ha realizzato numerose regie d'opera. Nel 1995 è stato nominato per chiara fama direttore del Conservatorio San Pietro a Majella di Napoli, carica dalla quale si è dimesso nel 2000. Accademico di Santa Cecilia dal 1998, nel 2003 è stato insignito del Premio Roberto Sanseverino e nel 2015 del Premio Nonino Risit d'Aur, mentre nel 2019 è stato insignito del titolo di Cavaliere di Gran Croce dell'Ordine al Merito della Repubblica Italiana. 

La più nota delle opere di De Simone è 'La gatta Cenerentola', ''favola in musica'' presentata nel 1976 al Festival dei Due Mondi di Spoleto e gratificata dal consenso unanime di pubblico e critica nel corso di varie tournées in Italia e all'estero. E' autore di una vasta opera saggistica ispirata dai risultati di alcune sue ricerche filologiche sulle cadenze ritmiche del rituale orale delle feste popolari. Per Einaudi ha pubblicato i volumi 'Il presepe popolare napoletano' (1998), 'Il convitato di pietra' (1998), 'L'opera buffa del giovedì santo' (1999), 'La Cantata dei pastori' (2000), 'Prolegomeni al Socrate immaginario' (2005), 'Novelle K 666. Fra Mozart e Napoli' (2006), 'Cinque voci per Gesualdo' (2013), 'Satyricon a Napoli '44' (2014), 'La canzone napolitana' (2017) e 'L'oca d'oro' (2019). Ha inoltre curato le 'Fiabe campane' (1994) e 'Il Cunto de li Cunti' di Giambattista Basile (2002). 

Nato il 25 agosto 1933 a Napoli, in via Pignasecca, ai piedi dei Quartieri Spagnoli, all'incrocio tra via Toledo e piazza Montesanto, Roberto De Simone eredita subito una grande responsabilità e quasi un destino segnato, e cioè il nome del nonno, attore teatrale nella compagnia di Salvatore De Muto, l'ultimo grande Pulcinella, e anche attore cinematografico.  

Si iscrive al Conservatorio di San Pietro a Majella nel 1945 studiandovi per dodici anni pianoforte con Tita Parisi e composizione con Renato Parodi. Nel 1957 inizia l'attività concertistica parallelamente alle ricerche sull'espressività popolare. Iscrittosi alla Facoltà di Lettere dell'Università Federico II di Napoli decise di abbandonare il concertismo per dedicarsi completamente all'attività di compositore, proseguendo l'approfondimento delle tradizioni popolari campane. Fin dai primi anni Sessanta lavora anche alle colonne sonore per gli spettacoli televisivi e teatrali quali 'Edipo re' di Sofocle, 'La lunga notte di Medea' di Corrado Alvaro con la regia di Maurizio Scaparro, 'Io Raffaele Viviani' di Achille Millo, 'Storie della camorra', sceneggiato televisivo di Rai 1 del 1978. Sempre nei primi anni Sessanta inizia la collaborazione con l'Autunno Musicale Napoletano in qualità di maestro sostituto e clavicembalista dell'Orchestra 'Alessandro Scarlatti' della Rai. 

Nel 1967 l'incontro con i giovani Giovanni Mauriello, Eugenio Bennato e Carlo d’Angiò interessati a una nuova proposta della musica popolare determina la nascita della Nuova Compagnia di Canto Popolare, della quale De Simone diviene l'animatore, il ricercatore e l'elaboratore dei materiali musicali. Al gruppo fondatore si aggiungeranno Patrizia Schettino, Peppe Barra, Patrizio Trampetti; Fausta Vetere sostituirà in seguito la Schettino. Fino al 1978 con la Nuova Compagnia di Canto Popolare si pone come obiettivo il recupero e la riproposta del patrimonio culturale, teatrale e musicale della tradizione popolare campana sia orale che scritta. Il repertorio popolare viene riproposto su sistemi colti come per esempio la scrittura settecentesca e l'elaborazione metrica. Un lavoro di questo genere comporta una vera e propria ricerca sul campo: De Simone e il suo gruppo vanno, infatti, a indagare durante le feste popolari, a raccogliere interviste nei paesini dell'entroterra campano, a cercare tracce laddove spesso sono andate già perse. 

De Simone elabora e trascrive il ricchissimo materiale reperito e predilige negli allestimenti e nelle regie esibizioni fortemente personalizzate, che circoscrivono a volte l'ambigua e complessa cifra della ''napoletanità'', sacrificando spesso al colore e al pittoresco quella scansione lirica sfumata e cangiante che rappresenta una vena sotterranea, ma sempre presente e pulsante nel tessuto del folclore partenopeo. 

Dopo un periodo di intensa attività concertistica, e di grandi successi, l'impiego delle forme musicali passate stimola il carattere teatrale delle esibizioni della Nuova Compagnia, così da presentare nel 1974 al Teatro San Ferdinando di Napoli una rilettura della 'Cantata dei pastori' di Andrea Perrucci. Nel 1976 vengono messi in scena gli inediti spettacoli musicali 'Masaniello' e 'La gatta Cenerentola', probabilmente il capolavoro di De Simone che determinerà il vero trionfo internazionale, ma al tempo stesso anche la rottura dei rapporti con alcuni componenti della Compagnia. 'La gatta Cenerentola' è stata rappresentata 175 volte nei primi due anni dopo la sua realizzazione, ispirata alla fiaba di Giambattista Basile, inclusa nella raccolta postuma 'Lo cunto de li cunti' (1634-1636). Nel 1973 aveva collaborato alle musiche di 'Non farti cadere le braccia', l'album di esordio del cantautore Edoardo Bennato.  

Dopo l'esperienza con la Nuova Compagnia di Canto Popolare, Roberto De Simone prosegue la sua opera di rinnovamento attraverso una più stretta collaborazione con il gruppo di artisti Media Aetas, nel quale ritrova Virgilio Villani (1949-2003), già protagonista de 'La gatta Cenerentola' e di 'Masaniello'. Con il gruppo Media Aetas intraprende una ricerca storica sul folclore e la musica popolare campana. 

Oltre a un altro dei suoi capolavori, 'L'Opera Buffa del Giovedì Santo' (1980) tra la fine degli anni Settanta e i Novanta De Simone dà vita al riadattamento di opere quali 'Mistero Napolitano' (1977), 'La festa di Piedigrotta' (1978), 'Li Zite 'ngalera' (1978), 'Eden Teatro' di Raffaele Viviani (1981), 'La Lucilla Costante' di Silvano Fiorillo (1982), 'Il Bazzariota, ovvero la dama del bell'umore' di Domenico Macchia (1983), 'Le religiose alla moda' di Gioacchino Dandolo (1984), 'Cantata per Masaniello' (1988), 'Le Tarantelle del Rimorso' (1992), 'Le 99 disgrazie di Pulcinella' (1994), 'Le cantatrici villane' di Valentino Fioravanti (1998), 'L'impresario in angustie' (2001). 

Come compositore De Simone scrive, tra le altre, l'album 'Io Narciso Io' (1985), il 'Requiem in memoria di Pier Paolo Pasolini' (1985), l'oratorio 'Lauda Intorno allo Stabat' (1985), 'I Carmina Vivianea' (1987), 'La Festa Teatrale' composta per il 250º anniversario del Teatro di San Carlo (1987), il melodramma 'Mistero e processo di Giovanna d'Arco' (1989), la cantata drammatica 'Populorum Progressio' (1994), le musiche corali per 'Agamennone' di Eschilo (1995), 'Il Canto de li Cunti' (1990), 'Eleonora', opera composta per il bicentenario della rivoluzione napoletana (1999), l'opera 'Il Re Bello' (2004). 

Nel frattempo 1975 compone le musiche per 'Uomo e galantuomo' per la regia di Eduardo De Filippo, nel 1976 quelle per il film 'Quant'è bello lu murire acciso' di Ennio Lorenzini, nel 1978 quelle per 'La fine del mondo nel nostro solito letto in una notte piena di pioggia' diretto da Lina Wertmüller, nel 1980 quelle per le quattro puntate dello sceneggiato Rai e poi per il film 'Fontamara' dal romanzo di Ignazio Silone diretto da Carlo Lizzani. 

Insegnante di Storia del teatro all'Accademia di Belle Arti di Napoli dal 1972 al 1976, De Simone ha curato anche la regia di decine di opere liriche per i maggiori teatri del mondo. Gli assi portanti del suo repertorio in questo settore sono costituiti dagli allestimenti delle opere di Wolfgang Amadeus Mozart (Don Giovanni, Così fan tutte, inoltre Idomeneo e Il flauto magico che hanno inaugurato la stagione lirica della Scala nel 1990 e nel 1995), di Giuseppe Verdi (Macbeth, Falstaff e il Nabucco che ha aperto la stagione scaligera del 1986), opere di Gioachino Rossini (La Cenerentola, L'italiana in Algeri, la prima ripresa scenica assoluta dell'Ermione, a Pesaro, nel 1987) e infine quelle di Giovanni Battista Pergolesi (La serva padrona). In anni più recenti è stato impegnato con gli spettacoli 'Cholera' (2003), 'Il Re Bello' (Teatro Politeama di Prato e Teatro della Pergola di Firenze nel 2004), 'Là ci darem la mano', travestimento mozartiano in due tempi (2007). 

Gli studi e le ricerche compiute da De Simone sulle tradizioni campane confluiscono in una ricchissima bibliografia e antologie di dischi. Fra le sue pubblicazioni sono da ricordare i volumi 'Chi è devoto. Feste popolari in Campania' (Edizioni Scientifiche Italiane, 1974; fotografie di Mimmo Jodice; prefazione di Carlo Levi): 'Carnevale si chiamava Vincenzo (in collaborazione con l'antropologa Annabella Rossi; Editore De Luca, 1977); 'Canti e tradizioni popolari in Campania' (Lato-Side, 1979); 'Il segno di Virgilio' (Tipografia Stampa e Ars, 1982); 'La tarantella napoletana ne le due anime del Guarracino' (Benincasa, 1991). 

Tra i numerosi riconoscimenti, Roberto De Simone è stato insignito dell'onorificenza di Commendatore dell'Ordine al Merito della Repubblica Italiana nel 1985: ha ricevuto nel 1989 l'onorificenza di Chevalier dell'Ordre des Arts et des Lettres dal presidente della Repubblica francese; nel 1990 ha ricevuto dalla Fondazione Premio Napoli il Premio 'Napoletani illustri'; nel 1998 è stato insignito dell'onorificenza di Grande Ufficiale Ordine al Merito della Repubblica Italiana; nel 2006 il Comune d Gesualdo, la città del 'principe dei musici', gli ha attribuito la cittadinanza onoraria; nel 2007 ha ricevuto il premio 'Gli Olimpici del Teatro Eti'; nel 2010 la Fondazione Mediterraneo gli ha assegnato il Premio Mediterraneo d'Arte e Creatività; nel 2011 è stato insignito del Premio internazionale Ethnoi per i diritti dei popoli; nel 2013 gli sono stati assegnati il Premio internazionale Salvatore Di Giacomo e il Premio internazionale Lermontov; nel 2015 gli è stato attribuito il Premio 'Napoli per l'eccellenza - Civicrazia, il Premio PulciNellaMente alla Carriera di Sant'Arpino nonché il Premio Nonino Risit d'Aur consegnatogli da Claudio Magris; nel 2017 ha ricevuto il Premio San Pietro a Majella. 

(di Paolo Martini) 

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