Il resort che il gruppo Adler intende realizzare in cima al Monterosso “è un ottimo progetto ma presenta delle criticità”, esordisce Marzio Cabassa di Una Verbania a sinistra nella conferenza congiunta con Alleanza Verdi e Sinistra sul lungolago di Suna. Criticità, prosegue relative “alla viabilità, all’approvvigionamento d’acqua, agli spazi che occuperà, all’indotto economico, all’occupazione, all’impatto paesaggistico.
Precisa Monica Valenti di Europa Verde: “Non ci convince l’allargamento della strada esistente da Cavandone alla vetta del Pellegrino da realizzare già in fase di costruzione per consentire ai messi di accedere all’area di cantiere”. Un’altra riserva, aggiunge Gigliola Albertano di Alleanza Verdi e Sinistra è “l’approvvigionamento idrico in una zona che già patisce durante le fasi di siccità - secondo i calcoli di Adler il resort avrà un fabbisogno di 45mila litri al giorno, il triplo di una utenza norma - i 70 dipendenti previsti arriveranno probabilmente da fuori perché la popolazione locale è attratta dalla Svizzera che garantisce stipendi più alti. Ospiti e dipendenti saranno disincentivati a scendere a Verbania perché i collegamenti saranno assicurati da bus navetta. Il panorama, per gli ospiti dalla cima, sarà bellissimo ma l’impatto visivo della struttura dalla città molto meno”.
Pietro Mazzola, già sindaco di Verbania, commenta: “Il resort in cima al Monterosso non è un caso isolato, si inserisce in un panorama dove sono già in corso operazioni come Villa Poss e la club house al camping Continental di Fondotoce. Operazioni consentite da varianti approvate da amministrazioni che si sono succedute al governo della città senza una visione d’insieme”.