Non vuole entrare nei dettagli perché – dice – “non mi pare corretto per rispetto di chi sta indagando”, Ma non può fare a meno di definire “impressionanti” e “incredibili” le analogie tra l’incidente di ieri alla funivia di Monte Faito a Castellamare di Stabia e quello di quattro anni fa al Mottarone. Olimpia Bossi è stata per più di otto anni procuratrice della Repubblica a Verbania e per oltre tre anni pubblico ministero nel procedimento per la tragedia del 23 maggio 2021. Un ruolo sempre svolto con grande discrezione, che non smentisce anche in questa occasione. “Il raffronto -dice- potete farlo voi anche senza il mio parere”.
E in effetti – al di là del numero dei morti, 14 al Mottarone e 4 ieri al Monte Faito - sono più di una le similitudini tra le due tragedie. Intanto sia a Stresa che a Castellammare gli impianti avevano riaperto da pochi giorni: al Mottarone per l’allentarsi delle restrizioni Covid, al Faito per un periodo di inattività durante il quale sembra anche sia stata svolta una attività di manutenzione, Poi le caratteristiche dell’impianto: in entrambi i casi il sistema è “ad anello”, cioè le cabine salgono e scendono in contemporanea.
Sia in Campania che in Piemonte la funivia è caduta per la rottura della fune traente; sia quattro anni fa che oggi decisivo è stato il mancato funzionamento del freno di emergenza: a Stresa è stato accertato che era stato disinserito con l’utilizzo dei cosiddetti “forchettoni”; a Castellammare sembra dai primi rilievi, ancora da approfondire, che abbia funzionato il freno sulla cabina a valle e non quello sulla cabina a monte. Anche la dinamica degli ultimi istanti è simile: la cabina più a monte è “rimbalzata” tornando indietro, si è schiantata su uno dei piloni ed è caduta al suolo e in primo luogo le cause della rottura del cavo.
Per quanto riguarda la rottura della fune al Mottarone i periti tecnici hanno accertato che sia avvenuta “per fatica e fatica/corrosione”, cioè per il degrado del materiale in corrispondenza dell'innesto della fune nella testa fusa, punto più delicato della fune. Nel caso di Monte Faito, ovviamente, non ci sono ancora ipotesi in merito: sarà l’inchiesta della Procura di Torre Annunziata a stabilirne le ragioni. Una ultima analogia è poi addirittura inquietante: in entrambi gli incidenti tra le vittime ci sono persone di nazionalità israeliana.
Al Mottarone perse la vita l’intera famiglia di Eitan Biran il bambino allora di 5 anni unico sopravvissuto alla strage: la mamma Tal Peleg (26 anni), il papà Amit Biran (30 anni), il fratellino Tom Biran (2 anni) e i due bisnonni Barbara Konisky e Itshak Cohen di 71 e 81 anni. A Castellammare è morta Suliman Janan, classe 1999.