Attualità - 20 aprile 2025, 08:30

Commissione tutela degli animali: "Irragionevole il declassamento della protezione del lupo"

"Verosimile che la decisione sia motivata da soggetti politici con l’intento di intercettare il consenso di circoscritti gruppi di interesse"

“La presenza del lupo è oggi più che mai minacciata dalle imminenti modifiche alla direttiva ‘Habitat’ che lo aveva sin qui tutelato qualificandolo “specie rigorosamente protetta”. Dopo la modifica apportata alla Convenzione di Berna e il recentissimo mandato del consiglio dell’Ue al parlamento europeo affinché riporti il declassamento a “specie protetta”, pur dovendo garantire la non messa a rischio di estinzione del lupo ciascuno Stato potrà definire piani di gestione specifici che arrivino a includere quote di abbattimenti”. Sono parole della commissione tutela e diritti degli animali, che si schiera contro il declassamento della protezione del lupo.

“Il lupo in Italia è presente in appena 3mila esemplari, disseminati tra le Alpi, i boschi delle regioni del Trentino, Veneto e Friuli Venezia Giulia, nonché sugli Appennini con rarissimi avvistamenti fuori da aree molto scarsamente abitate. Inoltre, come riportato dall’onorevole Alessandro Caramiello (M5S), la percezione degli stessi come una minaccia a persone e animali da reddito tale da gestire piani di abbattimenti non è verosimile, se si considera che solo lo 0,05% circa del bestiame sia stato attaccato da lupi” sottolinea Sara Spiniello, presidente della commissione tutela e diritti degli animali dell’intergruppo parlamentare Sud. “Risulta più verosimile che la spinta per il declassamento dello stato di protezione del lupo vada quindi ricercata nelle pressioni di taluni soggetti politici con l’intento anzitutto di intercettare il consenso di circoscritti gruppi di interesse, soprattutto legati all’agricoltura e all’allevamento, così come di quella frazione di elettorato in specifiche regioni che, nonostante non sia mai stata acclarata la dinamica dell’unica aggressione fatale a un uomo, hanno fatto della lotta agli orsi e agli animali selvatici in genere una propria battaglia. Una scelta irragionevole e non condivisibile”.

“Ricordiamo a questo proposito che in alcune regioni ‘virtuose’ il lupo è considerato addirittura parte integrante del sistema di protezione delle coltivazioni dell’uomo, come ad esempio in Toscana, dove ne viene riconosciuto il valore nella salvaguardia delle viti altrimenti pesantemente danneggiate dai cinghiali, messi in fuga dagli stessi lupi”, precisa altresì Luigi Giovenco, consulente tecnico della commissione. “Una volta apportata la modifica da parte del Parlamento europeo, e a seguire del recepimento nel nostro ordinamento da parte del Parlamento italiano, le regioni nell’esercizio della propria potestà legislativa concorrente potranno disciplinare campagne di abbattimenti immotivati, in sfregio al ruolo fondamentale del lupo negli ecosistemi, ora tutelati dall’articolo 9 della Costituzione italiana, regolando le popolazioni di prede e contribuendo al mantenimento dell'equilibrio naturale anziché investire in prevenzione e sensibilizzazione alla coesistenza tra uomo e selvativi in genere”.

“Sono molto contrariato dal fatto che l’Italia, in quanto contraente della convenzione di Berna, non abbia esercitato il proprio diritto di obiezione al declassamento come invece fatto da Monaco, Svizzera e Repubblica Ceca alle quali non si applicherà quindi la variazione della direttiva ‘Habitat’ alla quale il Parlamento italiano dovrà adeguarsi”, continua Diego Carmenati, vicepresidente della commissione tutela e diritti degli animali dell’intergruppo parlamentare Sud con delega al Nord Ovest.

“L’Italia è sotto procedura di infrazione per non aver contenuto l’uso di piombo nelle munizioni che i cacciatori disseminano ovunque. Questa ulteriore apertura agli abbattimenti dei lupi porterà a un aumento dell’inquinamento nei boschi e nelle zone umide” evidenzia Paolo Bernini, coordinatore con delega al Nord Est della medesima Commissione. “Non dimentichiamo un ulteriore importante aspetto relativo alla sicurezza: un analogo provvedimento del 2023, erroneamente inteso da parte del mondo venatorio come una generalizzata autorizzazione a estendere la caccia anche in città, ha provocato diversi incidenti in cui ignari cittadini sono rimasti feriti, da aggiungersi al consueto numero di incidenti di caccia” precisa infine Paolo Sola, coordinatore con delega al Centro Italia della commissione.

“In ragione di tutto quanto sopra, esprimiamo la nostra ferma contrarietà al declassamento della protezione offerta al lupo (Canis lupus) da “specie rigorosamente protetta” a “specie protetta”.”

l.b.