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Attualità | 20 aprile 2025, 08:45

Piogge simili al 2000 e al '94, ma oggi tecnologia e prontezza hanno messo in salvo migliaia di persone

Il punto della Regione con gli enti locali per stimare i danni e chiedere lo stato d'emergenza. Serviranno per ripartire almeno 15 milioni di euro

Piogge simili al 2000 e al '94, ma oggi tecnologia e prontezza hanno messo in salvo migliaia di persone


Un evento estremo, tipico dell’autunno, ma che è arrivato nel cuore della primavera. Quello che si è abbattuto sul Piemonte dal 15 al 17 aprile è stato un evento di straordinaria portata. Paragonabile, in termini di potenza, a quanto accaduto 25 anni, fa dal 13 al 16 ottobre. Era l'anno 2000: quell’alluvione causò 23 morti, 128 feriti, quattro dispersi e 50mila sfollati

Oggi, la prontezza di intervento e la tecnologia evoluta, ha potuto limitare i danni, soprattutto alle persone. Fondamentali, per prepararsi al peggio, sono state le allerte dell’Arpa Piemonte diramate con tempestività e che hanno permesso di attivare la macchina dei volontari e, da non sottovalutare, informare la cittadinanza sui rischi a cui si sarebbe potuto andare incontro nelle ore a seguire. 

Nei giorni clou dell’emergenza il Centro Funzionale della Regione ha intensificato il monitoraggio con bollettini di aggiornamento ogni 6 ore rafforzando il presidio in Sala Rischi Naturali e ambientali che è diventato attivo 24 ore. Come spiegato dagli uffici Ambiente della Regione, Arpa ha reso più frequenti le elaborazioni del modello di previsione delle piene sul bacino del fiume Po e intensificato anche le attività di divulgazione al pubblico attraverso la sezione tematica del sito di Arpa Piemonte e i social. 

In 50 ore l'acqua di mesi

"Il Piemonte in questi anni si è distinto per la capacità di prevedere questo tipo di eventi in modo. Abbiamo investito risorse e tecnologie, anche con l’uso dell’intelligenza artificiale, per farci trovare il più possibile pronti di fronte a eventi purtroppo sempre più frequenti.Allo stesso tempo continuiamo a intervenire in maniera strutturale per rafforzare la capacità di tenuta del nostro territorio e delle infrastrutture blu”, hanno sottolineato il presidente Cirio e l’assessore all’ambiente Matteo Marnati nel corso della call, di sabato mattina, che ha riunito Regione e Enti Locali dopo il disastro dell’alluvione.

In meno di 72 ore è scesa l’acqua che mediamente si accumula in sei mesi. In media tra i 300 e i 400 millimetri (in media all’anno in Piemonte si registrano piogge tra gli 800 e i 900), con picchi a 500 millimetri. 

Come spiegato dai tecnici della Regione risulta evidente il carattere autunnale della precipitazione rapportabile a quanto successo nel novembre 1994,a  ottobre 2000, novembre 2016 e novembre 2020. Altra caratteristica peculiare è stata la durata significativamente ridotta, concentrata perlopiù in 50 ore.

Il paragone con il 2000 e il 1994

L’evento è paragonabile a quello alluvionale del 13-16 ottobre del 2000, anche se la durata è stata inferiore (72 ore rispetto alle 96 ore) e i valori massimi inferiori: nel 2000 si registrarono fino a 740 mm a Bognanco nel bacino del Toce, oltre 700 m sui bacini di Orco e Stura di Lanzo e oltre 300 m sul bacino della Dora Riparia. Ad Isola Sant'Antonio, nell'alessandrino, nel 2000 si registrò una portata del Po a 10.500 m3/s, di poco superiori agli attuali 10.300 m3/s. Dal punto di vista della distribuzione areale delle precipitazioni, l’evento mostra similitudini anche con quello del 1994, seppure con quantitativi decisamente inferiori sulle zone al confine con la Liguria.  
Nell’evento del 2025 sono state risparmiate le vallate occidentali del cuneese, mentre l’Alto Tanaro è stato interessato da quantitativi inferiori che hanno determinato una piena moderata nelle sezioni a valle fino alla confluenza col Po.

Il summit con gli enti locali

Intanto si è svolto sabato mattina in video collegamento il vertice tra il presidente della Regione Piemonte Alberto Cirio, gli assessori alla Protezione civile Marco Gabusi e quello agli Enti locali Enrico Bussalino, con i presidenti delle Province piemontesi e i rappresentanti degli enti locali Anci, Uncem, Upi, Anpci e Ali

"Grazie all’accuratezza delle previsioni di Arpa e alla tempestività degli interventi dei tecnici e della nostra protezione civile, che in poche ore ha saputo mettere in campo oltre 1500 volontari, pare che la situazione più critica sia passata, anche se le previsioni per le prossime ore non ci consentono di abbassare la guardia - ha spiegato il presidente della Regione Piemonte, Alberto Cirio aprendo la riunione - Vanno monitorate con particolare attenzione le frane: sono oltre 500 quelle già censite, ma il numero potrebbe aumentare. Alle Province abbiamo chiesto di lavorare da subito a una stima dei danni in modo da avere per i primi giorni della prossima settimana un conteggio il più possibile accurato da fornire al governo per l’istruttoria necessaria al riconoscimento dello Stato di emergenza che è essenziale per la copertura delle opere di somma urgenza per le quali la Regione ha già garantito i primi 5 milioni, ma che stimiamo superino i 15 milioni di euro. Ho sentito più volte in questi giorni il ministro Musumeci, e il vicepresidente Tajani, durante il Consiglio dei ministri di ieri, ha posto la questione all’attenzione del governo, da cui abbiamo avuto importanti rassicurazioni sul supporto e la vicinanza". 

"Ancora una volta il nostro sistema di protezione civile è stato in grado di affrontare un evento atmosferico straordinario per modalità e per il periodo dell’anno in cui si è verificato: siamo stati al lavoro nelle 30 ore dell’emergenza e da ieri sono iniziati i sopralluoghi per ripristinare le situazioni più importanti, questo è frutto dello straordinario lavoro di squadra tra regioni enti locali e volontari. A questo va aggiunta la costante  collaborazione tra la Regione e gli enti locali - Comuni, Province e Città metropolitana – che si  conferma fondamentale sia per la gestione delle fasi di emergenza sia per quella della ricostruzione" hanno dichiarato gli assessori alla Protezione civile Marco Gabusi e agli Enti locali, Enrico Bussalino. 

Redazione Torino

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