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Il punto di Beppe Gandolfo | 22 aprile 2025, 08:20

Il clima cambia, noi no

"Mentre scrivo queste riflessioni per “Il Punto” ho negli occhi le immagini del ciclone che si è abbattuto sul Piemonte. Di fronte alla devastazione, al dolore, ai danni ingenti diventa difficile dire…lo sapevamo, era previsto e prevedibile. Eppure, è così. E non lo scopriamo, certo in questi giorni".

Il clima cambia, noi no

Mentre scrivo queste riflessioni per “Il Punto” ho negli occhi le immagini del ciclone che si è abbattuto sul Piemonte. Di fronte alla devastazione, al dolore, ai danni ingenti diventa difficile dire…lo sapevamo, era previsto e prevedibile. Eppure, è così. E non lo scopriamo, certo in questi giorni.

Il cambiamento climatico è in atto e soltanto l’uomo sembra non rendersene conto. E non mi riferisco solo alla catastrofe di questi giorni. L’ alluvione del 1994 che seminò distruzione e decine di morti qualcosa ci ha insegnato: molte aree fluviali e montane sono state messe in sicurezza, ma di fronte all’eccezionale quantità di pioggia caduta in poche ore è difficile intervenire, anche solo per limitare i danni.  

Però ci sono altri fenomeni, ormai in atto da anni, nei confronti dei quali non siamo ancora stati in grado di prendere provvedimenti.

Ad esempio la neve. Ormai è assodato: a Natale non nevica più e invece le precipitazioni nevose arrivano abbondanti in febbraio e marzo, addirittura aprile. Pasqua 2025 vede le nostre montagne imbiancate mentre tutti gli impianti sciistici sono chiusi, perché la stagione è finita e i contratti di lavoro scaduti.

È una scemenza pensare a tenere gli impianti aperti quando c’è neve e chiusi quando non c’è?

Passiamo all’agricoltura. Piove sempre meno e in maniera irregolare, e sovente si deve ricorrere all’irrigazione artificiale nel periodo estivo, ma mancano gli invasi: eppure, in pianura si continua a seminare mais che necessita di tanta acqua e in collina a puntare su vigneti esposti al sole. E, quindi, abbiamo vini con gradazioni alcoliche sempre più elevate (con tutti i problemi che ne conseguono) e vendemmie anticipate.

L’ elenco potrebbe continuare. Turismo? Vacanze? Continuiamo a chiudere quasi tutte le attività produttive ad agosto, mese santo per le ferie.

Insomma, il clima cambia e ce lo dice apertamente, ma noi facciamo finta di niente.

Come mio nonno che tirava fuori il paletot all’ 8 dicembre e lo ritirava per san Giuseppe: “mica posso star dietro alle pazzie del meteo”, diceva….

Beppe Gandolfo

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