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Attualità | 25 aprile 2025, 15:30

Festa della Liberazione, la cerimonia sul lungolago di Intra FOTO

Erano almeno un migliaio i cittadini che hanno preso parte alle celebrazioni

Festa della Liberazione, la cerimonia sul lungolago di Intra FOTO

Così tanti, in corteo, a sfilare il 25 Aprile da piazza San Vittore al Monumento ai caduti sul lungolago di Intra, non si vedevano da anni. Oltre il migliaio a colpo d’occhio, senza contare quelli che aspettavano ai lati del monumento. C’era anche la banda, non in corteo ma ad attendere sullo slargo antistante il monumento coi due direttori, Davide Merlino e Paolo Milesi, che gli ha ceduto la bacchetta a dicembre in occasione dell’ultimo concerto di Natale. È toccato proprio all’ente musicale dare inizio – con l’alzabandiera e l’Inno di Mameli – alla commemorazione e a chiuderla sulle note di “Valsesia”. A rendere omaggio ai caduti con Albertella, Minazzi e Corvatta c’era anche Arialdo Catenazzi, 99 anni, uno dei pochi protagonisti della lotta di Liberazione ancora in vita.

Il sindaco Giandomenico Albertella, il vicepresidente della provincia Gianmaria Minazzi, il viceprefetto vicario Gerardo Corvatta, il presidente provinciale Anpi, Franco Chiodi, l’oratore ufficiale Gianni Galli hanno sottolineato l’attualità delle Resistenza. Fatta, ha detto Albertella, da donne e uomini normali: “Ho frugato negli archivi, ho scrutato i volti cercando un segno di grandezza, ho trovato uomini e donne straordinariamente normali che ci hanno restituito la libertà, quegli eroi ci ricordano questo da quando, il 25 aprile di 80 anni fa, la voce di Sandro Pertini annunciò che l’Italia era stata liberata”.

Minazzi ha ricordato il tributo di sangue di chi ha combattuto sul territorio: “I 1298 caduti i cui nomi sono incisi sul muro del Sacrario di Fondotoce, sono loro i veri liberatori dell’Italia, è grazie a loro se siamo qui a festeggiare il 25 aprile. Chiudo con le parole di padre David Maria Turoldo secondo il quale la Resistenza è nata da una unione fra le diversità. Mi rivolgo ai giovani: fate vostre queste diversità, non lasciatele chiuse nei libri”.

“Non mi atterrò – ha esordito Corvatta – al testo scritto che m’ero preparato, visto che i concetti espressi sono già stati esposti da chi mi ha preceduto, ricordo quanto detto un anno fa dall’allora prefetto Michele Formiglio: libertà e democrazia non devono essere date per acquisite, la festa della Liberazione è una festa patriottica, da quella lotta abbiamo ereditato un patrimonio morale. Mi richiamo a quanto detto dal nostro presidente, Sergio Mattarella: contro il fascismo nacque una spontanea unità popolare, il 25 aprile è una festa di pace e libertà della ritrovata garanzia di  democrazia e giustizia”.

Da Chiodi è arrivato il solo accenno alla “sobrietà”, oggetto anche in loco delle polemiche della vigilia: “Benvenuti ad una festa sobria! Quale sobrietà può derivare dall’assenza di cortei e bande. Purtroppo, questo 25 aprile, cade in un momento di guerre, non solo in Ucraina e a Gaza. Ad aumentare la tristezza di questo 80° anniversario c’è anche la scomparsa di Papa Francesco, un Papa ‘partigiano’, che il giorno di Pasqua, col filo di voce rimasto, ha ribadito il duo no alle armi. In Italia, la Liberazione non è avvenuta solo per mano degli Alleati com’è accaduto ad esempio in Germania, ma per mano di uomini e donne che ci hanno consentito di terminare la guerra dalla parte giusta della storia. Chiudo il mio intervento col ricordo di due persone che non ci sono più: Pier Antonio Ragozza, componente il comitato scientifico della Casa della Resistenza e Carluccio Alberganti che ci ha lasciato da poco”.

L’unità nella diversità è stata ricordata nell’orazione ufficiale anche da Gianni Galli (Casa della Resistenza). “La divisione Mario Flaim nacque dalla confluenza di brigate di diverso orientamento, agevolata dalla costituzione del comando unico della divisione Valdossola che rese più incisive le azioni che precedettero il 25 Aprile”.

Redazione

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