Politica - 22 marzo 2024, 11:19

Il festival Agorà inizia tra le polemiche del centrodestra: "Ridotto a mero evento locale"

I consiglieri Corbetta, Strada e Spadazzi criticano la nuova edizione della rassegna filosofica: "Era un punto di riferimento nazionale, oggi il programma è ridotto e compresso"

Il festival Agorà inizia tra le polemiche del centrodestra: "Ridotto a mero evento locale"

“Agorà”, la rassegna culturale omegnese incentrata sulla filosofia, fa discutere. La manifestazione ha inizio oggi, 22 marzo, ma arrivano già le critiche del centrodestra, attraverso le parole dei consiglieri Corbetta, Strada e Spadazzi.

“Accogliamo con delusione il declassamento di Agorà, il festival della filosofia che si proponeva di essere un punto di riferimento nazionale nel suo ambito. L'evento, nato dalla visione culturale dell'amministrazione omegnese di centrodestra grazie al lavoro di Sara Rubinelli - spiegano i consiglieri - aveva l'ambizione di elevare il dibattito al di fuori dei confini accademici, avvicinando i cittadini al mondo della filosofia e riempiendo, allo stesso tempo, le piazze e le sale della Città grazie alla presenza di personalità di prestigio nel panorama intellettuale. Agorà si era affermato come un festival della riflessione e del pensiero critico, un palcoscenico per la cultura applicata alla vita quotidiana, capace di stimolare la consapevolezza e l'arricchimento personale. Con un impianto pensato per contribuire all'offerta culturale nazionale, il festival trasformava Omegna in un centro di gravità per il dibattito e lo scambio di idee”, proseguono i rappresentanti del centrodestra.

“L’attuale edizione, curata dall'assessore Moscatiello, lascia trasparire una realtà ben diversa: il programma si presenta ridotto e compresso, con l'attenzione che sembra essersi spostata su una dimensione nettamente più locale. Questo – sottolineano i consiglieri di minoranza - è un netto contrasto con le dichiarazioni degli attuali amministratori che hanno espresso l'intento di superare i successi del passato. Eppure, dai primi segnali offerti dal programma attuale, scorgiamo una riduzione sia nel numero sia nella statura degli eventi proposti, che non sembra preannunciare il raggiungimento dei numeri di pubblico e del calibro di ospiti che avevano caratterizzato Agorà in passato. Attendiamo di vedere il risvolto finale di questa edizione, ma rimaniamo scettici riguardo alla possibilità che possa eguagliare le edizioni precedenti. In una stagione in cui l'importanza della cultura come pilastro della vita quotidiana e del pensiero critico è più essenziale che mai, la scelta di ridimensionare un evento di tale portata è un segnale preoccupante. Agorà meritava di crescere, o almeno di mantenere il livello del passato – concludono Corbetta, Strada e Spadazzi - non di essere ridotto a mero evento locale. Omegna merita opportunità culturali che riflettano l'ambizione di giocare un ruolo significativo sulla scena culturale nazionale”.

Daniele Piovera

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