"La regione ha passato cinque anni senza fare praticamente nulla in merito alla riorganizzazione sanitaria, se non reclamizzare la riqualificazione dei due ospedali con tempistiche grottesche, altri dieci anni, forse quindici, forse mai. Questa affermazione del sindaco di Domodossola Lucio Pizzi testimonia, se mai ce ne fosse bisogno, dell’estrema urgenza che la regione Piemonte riveda le proprie scelte in campo sanitario, perché non ha davvero senso riproporre la formula dell’ospedale plurisede, con reparti suddivisi tra Castelli e San Biagio, investendo 200 milioni di euro”. Così, in una nota, il sindaco di Baveno Alessandro Monti.
“Rimarrebbero - prosegue il primo cittadino - comunque due mezzi ospedali, non attrattivi, che renderebbero ancora più difficile il raggiungimento di un livello qualitativo almeno sufficiente per la sanità del nostro territorio. Le poche risorse di personale vanno concentrate in un’unica struttura”.
“Speriamo che dopo l’incontro con l’ordine dei medici (che da sempre sostengono la necessità di un nuovo e unico ospedale), le parole dell’assessore alla sanità Riboldi (“riferirò alla giunta”), siano utili a far cambiare idea anche alla regione Piemonte”, prosegue Monti. “Un percorso che deve vedere anche un investimento forte sulla sanità territoriale, facendo chiarezza sulle Case della Salute finanziate con i fondi Pnrr (verranno realizzate?), e rafforzando in un’ottica di nuovo ospedale il servizio del 118 e di elisoccorso”.
“Insieme a questo – sottolinea il sindaco - rimane anche la grave problematica dell’assenza dei medici di base. Anche se dal 1° dicembre prenderà servizio a Baveno e Gignese il dottor Milani, la situazione nel suo complesso rimane molto grave. Basti pensare che nel solo Verbano sono 9935 le persone senza medico di base, e tra novembre e dicembre altri tre medici lasceranno, arrivando a oltre 14mila persone senza medico entro fine anno”.
“Ci vuole un tavolo permanente di confronto – conclude Monti - tra l’assessorato regionale, l’Asl del Vco, i sindaci, e le associazioni di categoria di medici e infermieri per un confronto che porti al più presto a nuove scelte operative. Questa situazione porta a una sanità pubblica nel Vco (e non solo) in enorme difficoltà a favore dei privati”.