Attualità - 04 novembre 2024, 15:30

La cerimonia provinciale del 4 novembre dedicata alle donne della storia FOTO

L'orazione ufficiale di Maria Canale ha reso protagonista un lato della grande guerra ancora troppo poco conosciuto

La cerimonia provinciale del 4 novembre dedicata alle donne della storia FOTO

Il primo conflitto mondiale “ci ha insegnato a guardare anche a chi sta dall’altra parte, un insegnamento che vale anche per i conflitti di oggi e che ci sollecita ad impegnarci per un futuro di pace”, ha detto il prefetto, Michele Formiglio, nel discorso pronunciato alla commemorazione provinciale del 106esimo anniversario di Vittorio Veneto.

“Quel 4 novembre – questa la sottolineatura del sindaco di Verbania Giandomenico Albertella – gli italiani di allora si guardarono in faccia e iniziarono ad affrontare il futuro”.

È anche dalla lezione del 1915-18, e della guerra ancora più devastante che seguì, ha aggiunto il vicepresidente della provincia, Gianmaria Minazzi, “che sono nate le forze armate italiane di oggi, impegnate come forza di interposizione nelle situazioni di crisi in giro per il mondo, su tutti il conflitto in medio oriente, forze di pace anziché di guerra”.

L’oratrice ufficiale, Maria Canale, già docente di storia all’istituto Ferrini e studiosa dell’esodo dall’ex Jugoslavia, ha acceso un faro sulla storia delle donne durante quella guerra: “Una storia, purtroppo, ignorata. Con gli uomini mobilitati al fronte, ci furono donne alla guida dei treni, dei tam, donne postine, donne commercianti, albergatrici, ristoratrici in ruoli che fino ad allora erano di esclusivo monopolio maschile. Anche le crocerossine impegnate nelle retrovie, per la prima volta, divisero gli spazi con gli uomini. Fino alla guerra di Libia vigeva una netta separazione tra i sessi. Le infermiere erano imbarcate su navi separatamente dagli uomini”. Un riequilibrio tra i sessi, ha proseguito Canale, “che investì anche la cultura, si affermarono scrittrici, ci fu un romanzo che destò scandalo, ‘Il diavolo in corpo’, sull’amore non convenzionale. Nel 1919 alle donne fu riconosciuto il diritto di amministrare da sé il proprio patrimonio: fino ad allora poteva occuparsene solo un uomo”. Uno spazio di libertà, ha concluso Canale, “che si sarebbe ristretto dopo la fine della guerra, quando le donne furono costrette a lasciare le fabbriche e tutti gli altri ambienti di lavoro occupati quando gli uomini erano al fronte e forzate a rientrare nella cura della famiglia”.

La cerimonia si è aperta con l’ingresso delle associazioni d’arma, dei labari dei comuni, il passaggio in rassegna del picchetto d’onore dei carabinieri da parte del prefetto e del comandante dell’arma, colonnello Domenico Baldassarre. Poi l’alzabandiera, la deposizione della corona d’alloro ai piedi del monumento ai caduti dello scultore Paolo Trobetzkoy e l’omaggio di prefetto, sindaco, presidente della provincia.

Redazione

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