Sanità - 16 dicembre 2024, 17:30

"La mancanza di medici di base è critica, servono interventi strutturali"

Socialismo XXI Secolo Verbania, Volt Verbania e Verbania Civica si rivolgono alle forze politiche per trovare soluzioni concrete alla crisi del servizio sanitario

"La mancanza di medici di base è critica, servono interventi strutturali"

In un momento particolarmente difficile per la sanità pubblica del Vco, Socialismo XXI Secolo Verbania, Volt Verbania e Verbania Civica si rivolgono alle forze politiche verbanesi - e soprattutto alla maggioranza e alla minoranza del consiglio comunale - per chiedere di continuare a monitorare la situazione, appoggiando ogni proposta concreta tesa alla salvaguardia del servizio sanitario locale sia territoriale che ospedaliero. Di seguito il comunicato diffuso dai gruppi verbanesi, per chiedere nuovamente un intervento da parte delle istituzioni:

 

“La carenza di medici di Medicina Generale nel Vco è particolarmente critica ed esplode oggi in tutta la sua gravità. All'appello mancano, infatti, diversi medici con circa ottomila pazienti “orfani”, particolarmente nella zona che da Cannobio arriva a Baveno. Per sopperire a tale situazione l'Asl Vco ha aperto presso la sede di Sant’Anna un ambulatorio dedicato a tali pazienti, gestito oggi da un solo medico di medicina generale e dai medici di continuità assistenziale (ex guardia medica), che comunque faticano a soddisfare le loro richieste di base (visite e ricette). Con due nuovi ingressi a dicembre a Baveno e gennaio a Cannobio i pazienti senza medico scenderanno a circa cinquemila, fatto sicuramente positivo ma che non risolve il problema, dato che nei prossimi mesi andranno in pensione altri medici e gli ingressi, al momento, non riescono a compensare le uscite. Inoltre, diversi degli attuali medici in servizio nel Verbano hanno accettato di aumentare temporaneamente il massimale degli assistiti a 1.800, cosa anche questa positiva ma con ricadute negative sulla qualità del servizio assistenziale offerto ai pazienti a causa dell’aumentato carico burocratico e lavorativo che vede i medici impegnati ben oltre le 8 ore canoniche di lavoro.

Dal canto suo l’amministrazione comunale verbanese, sempre per fronteggiare l’emergenza, ha recentemente chiesto all’Asl un progetto per completare presto la Casa della Salute a Sant’Anna, visto che l’idea di costruirla ex novo al San Rocco è stata giudicata non idonea. Nel frattempo, l’aumento del carico di lavoro dei medici di base è già ora al limite e si pensa addirittura di alzarlo da 1.800 a 2.000 pazienti, cosa sostanzialmente inapplicabile vista la grande pressione della burocrazia e dei pazienti, che arrivano ad avanzare molte richieste sanitarie anche fuori dell’orario di ambulatorio e nei week end. Questa situazione ha ormai raggiunto livelli insostenibili; mette a serio rischio il diritto alla salute dei cittadini del Verbano e più in generale di tutto il Vco. Per riuscire a farvi fronte servono - da parte delle istituzioni, delle forze politiche e della dirigenza Asl provinciale, in maniera trasversale – precisi e puntuali interventi strutturali, tesi alla risoluzione di una crisi senza precedenti. Servono quindi specifiche intese tra regione, Asl Vco e conferenza dei sindaci per la formulazione di:

1) Politiche di salvaguardia del servizio offerto oggi dai professionisti sanitari (sgravandoli il più possibile da compiti burocratici non di loro competenza);

2) Politiche d'incentivazione tese ad attrarre nuovi medici (come la messa a disposizione di sedi ambulatoriali, attrezzature e mezzi informatici a costo zero almeno per i primi anni di convenzione);

3) (ri)progettazione dell’ospedale unico provinciale baricentrico, unica realtà nosocomiale che deve diventare di alto livello, al fine di essere in grado di attrarre e formare nuovi medici specializzati garantendo così a tutti i cittadini della nostra provincia una medicina ospedaliera d’eccellenza e riducendo conseguentemente le lunghissime liste d’attesa e i costosissimi gettonisti; questi ultimi sono sempre più utilizzati dalle Asl, ma con un enorme esborso di denaro non commisurato peraltro da un adeguato livello qualitativo del servizio sanitario specialistico offerto. È di fine novembre un nuovo accorato appello che va in questa direzione, sottoscritto dall’intero consiglio dell’Ordine dei Medici provinciale, insieme alle segreterie dei sindacati di categoria, e da più di cento medici, ospedalieri e non, di varie specializzazioni.

Di questi giorni, poi, è il videospot promosso dalle associazioni di volontariato del territorio a sostegno alla proposta dei medici del Vco. Infine, sull’ospedale unico baricentrico come unica strada logica da intraprendere torna anche il Comitato Salute Vco, con un comunicato che disegna molto bene il quadro della situazione.

4) Serve poi andare poi verso l’implementazione delle Case e degli ospedali di comunità (secondo quanto previsto dal Pnrr Missione 6 legata al tema della salute), strutture che costituiranno la base per il ridisegno dei Ssn regionali. Le Case dovranno accogliere la medicina primaria oltre ai servizi di prevenzione e promozione della salute e gli ospedali costituiranno la congiunzione tra le dimissioni dall’ospedale primario e il ritorno al domicilio, garantendo così una sanità d’eccellenza sia ospedaliera che territoriale oltre che una giusta sostenibilità sociale, economica e ambientale. Il tempo che rimane per realizzarle, rispetto quanto previsto dal Pnrr è ormai molto ridotto, per cui ogni ulteriore attesa e ogni ritardo diventano colpevoli.

Una recente prima proposta d’intesa per affrontare comunque l’emergenza è stata formulata nel mese di settembre dalle rappresentanze sindacali dei medici Fimg e Smi all’Asl Vco, intitolata “Progetto sperimentale di assistenza medica in territori rimasti privi di assistenza primaria a ciclo di scelta”. Riassumendo, essa prevede che i pazienti rimasti senza medico possano farsi visitare e prescrivere farmaci/esami da qualsiasi altro medico del territorio (anche se non loro mutuati) e si propone di potenziare le Case della Salute (ove già operino i medici di base) in aggiunta al servizio di continuità assistenziale (ex guardia medica): a Verbania tale proposta è stata implementata nel corso del mese di ottobre con 15 medici di famiglia che hanno aderito al progetto e 11 medici di continuità assistenziale presso la Casa della Salute di Pallanza. Come già detto, però, la situazione andrà progressivamente peggiorando; a breve avremo nuovi pensionamenti di altri Mmg senza sufficienti nuovi ingressi, per cui è auspicabile l’implementazione di queste e altre proposte d’intervento strutturale da parte di tutte le forze politiche e istituzioni, locali e regionali, di concerto con l’Asl Vco”.

l.b.

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