“Sono 22 i beneficiari dei progetti Interreg della provincia del Verbano Cusio Ossola, ben 9 i progetti della programmazione 2021-2027 vinti dal nostro territorio, per un totale di oltre 6 milioni di euro. Un importante risultato”, sottolinea il sottosegretario alla presidenza della regione Piemonte Alberto Preioni che, in rappresentanza del presidente Alberto Cirio, fa parte del comitato di sorveglianza e ha partecipato alla riunione svoltasi recentemente in Svizzera.
Tante le iniziative volte a valorizzare il patrimonio culturale e naturale: si sono aggiudicati bandi importanti i comuni di Crevoladossola, Crodo, Formazza, Montecrestese, Gravellona Toce, Omegna, la Pro Loco di Montecrestese, l’associazione per lo sviluppo della cultura, degli studi universitari e della ricerca del Verbano Cusio Ossola Ets, l’associazione Musei d’Ossola, Fondazione Canova, Università degli Studi del Piemonte Orientale Avogadro, ente Aree Protette dell’Ossola, ente di gestione delle Aree Protette dell’Ossola, ente Parco Nazionale Val Grande, Distretto turistico dei laghi, provincia del Verbano Cusio Ossola, Unione lago Maggiore, Unione Montana del Cusio e del Mottarone, Tones on the Stones, Cnr Verbania, Cooperativa Hannah Arendt.
“Indiscusso fiore all’occhiello – commenta il sottosegretario Preioni – il progetto Pallium, sviluppato a Montescheno. Un esempio emblematico di come la cooperazione transfrontaliera possa rispondere efficacemente a bisogni complessi, trasformando le sfide territoriali in opportunità di crescita sociale, un progetto pilota selezionato insieme ad altri 5 progetti, per concorrere, a marzo 2025, agli Interreg Slam, quando verrà premiato il miglior progetto tra tutti quelli finanziati nell'ambito del programma Interreg”.
Nato nell’ambito del programma Interreg Italia-Svizzera 2014-2020, il progetto Pallium ha affrontato il tema delle cure palliative con un approccio innovativo e inclusivo, puntando a migliorare la qualità della vita dei pazienti terminali e delle loro famiglie. Attraverso Pallium, si è costruito un percorso basato sulla collaborazione tra partner italiani e svizzeri. Tra gli attori principali coinvolti vi sono la cooperativa La Bitta, Emisfera, la Fondazione Comunitaria del Vco, l’Asl Vco e l’Hôpital du Valais, che hanno lavorato in sinergia per sviluppare soluzioni integrate e condivise. Il cuore del progetto è stato il miglioramento dell’accesso alle cure palliative, con particolare attenzione alle aree periferiche, spesso prive di risorse sanitarie adeguate. Da qui lo sviluppo del progetto a Montescheno, in Valle Antrona.
“Nel contesto attuale, solo una percentuale delle persone eleggibili accede a trattamenti palliativi nelle aree coinvolte. Il progetto Pallium si è posto l’obiettivo di migliorare questa situazione attraverso azioni concrete che favoriscano la dignità e la qualità della vita per i pazienti e il supporto per i loro caregiver – spiega Preioni -. La centralità del paziente e della sua famiglia ha guidato ogni azione: dalle attività di formazione per gli operatori sanitari e i volontari, fino al supporto psicologico offerto a più di 600 famiglie”.
Un elemento distintivo è stata l’implementazione di strumenti tecnologici innovativi, come l’app dedicata ai caregiver. Questa applicazione, pensata per rispondere alle necessità quotidiane di chi assiste un malato terminale, ha integrato funzionalità pratiche come l’accesso a normative e servizi territoriali, video tutorial per le esigenze operative e un diario clinico per monitorare le condizioni del paziente. La tecnologia si è così trasformata in un mezzo per facilitare la vita dei caregiver, creando un ponte tra famiglia, comunità e sistema sanitario. Uno degli aspetti più significativi del progetto Pallium è stato il valore della cooperazione tra Italia e Svizzera. La collaborazione transfrontaliera ha permesso di condividere esperienze, risorse e competenze, costruendo un modello integrato che combina i punti di forza dei due sistemi sanitari. Il progetto ha inoltre creato una rete solida tra istituzioni, operatori sanitari, volontari e comunità locali, dimostrando che la solidarietà può essere ancora un forte motore di trasformazione sociale. Questa sinergia ha dato vita a iniziative uniche, come la figura del tutor di comunità, un professionista che ha facilitato il dialogo tra pazienti, caregiver e servizi sanitari, rafforzando il tessuto sociale dei territori coinvolti.
“I risultati raggiunti dal Progetto Pallium – spiega Preioni - vanno oltre i numeri. La formazione di oltre 880 operatori, l’assistenza a centinaia di famiglie e il coinvolgimento di migliaia di cittadini rappresentano il segno tangibile di un impatto duraturo. Ancora più importante è la prospettiva di continuità: grazie all’interesse e all’impegno generati, le comunità locali hanno deciso di proseguire il percorso con risorse proprie, sviluppando nuovi punti di assistenza palliativa nelle strutture per anziani delle aree montane. Pallium ha dimostrato che affrontare insieme una problematica complessa, come l’accesso alle cure palliative, può portare a soluzioni innovative e sostenibili. La sua eredità non è solo nei servizi potenziati, ma in una nuova cultura della cura e dell’inclusione che continuerà a ispirare le comunità coinvolte per gli anni a venire”, conclude Preioni.