Si stanno riaprendo nel Verbano Cusio Ossola i margini per un ospedale nuovo e unico? Sembra esserne convinto il senatore ossolano Enrico Borghi, capogruppo di Italia Viva a Palazzo Madama, che ha affidato il suo pensiero alla consueta rubrica che pubblica su un settimanale diocesano.
"Ci fosse tra noi lo scrittore statunitense John Steinbeck - scrive Borghi - non avrebbe dubbi a definire questo momento del nostro territorio, guardando la situazione della sanità nel Vco, come l'inverno del nostro scontento.
Stanno infatti evaporando, come stille di brina davanti al prorompere del sole di dicembre, tutte le fatue certezze distribuite in questi anni ad uso di facile propaganda elettorale in materia di edilizia sanitaria, figlie di una politica che non ha saputo guardare lontano in nome del bene comune ma si è attorcigliata dentro il gomitolo del conservatorismo di destra e di sinistra innaffiato da spruzzate di populismo che facevano credere ad ognuno di poter avere la soluzione della sanità di domani sul proprio uscio di casa.
E così i due corni fondamentali della vicenda, quello infrastrutturale da un lato e quello gestionale dall'altro, vengono impietosamente a galla mostrando la corda."
E qui il parlamentare fa riferimento alle recenti, e numerose uscite degli ultimi tempi che stanno riaprendo la partita dell'ospedale: "Sul tema infrastrutturale, questi giorni hanno visto un fiorire di prese di posizione di personalità autorevoli e qualificate, di operatori sanitari e di alcune forze politiche che stanno riproponendo il tema dell'ospedale nuovo e unico di eccellenza, al posto della proposta regionale di ristrutturare il San Biagio e il Castelli lasciando invariato l'attuale modello gestionale del cosiddetto "ospedale unico plurisede". Ha iniziato con una intervista in Tv una delle figure più esperte della sanità nazionale, Mariella Enoc, già manager per molti anni di uno dei più importanti ospedali italiani - il Bambino Gesù di Roma - e premio Belisario per il management sanitario. Hanno proseguito 120 medici del territorio, sottoscrivendo un documento nel quale chiedono a gran voce alla egione Piemonte di tornare sui propri passi e riprendere l'idea dell'ospedale di eccellenza. Hanno continuato diverse sigle dell'associazionismo, promuovendo e firmando uno spot andato in onda sulla tv locale in questa direzione. E - the last but not the least - va registrata la dichiarazione di uno dei più importanti medici espressi dal territorio, il dottor Andrea Audo oggi direttore della cardiochirurgia dell'azienda ospedaliera di Alessandria, che ha sintetizzato con una battuta efficacissima il suo pensiero: "Meglio un solo ospedale forte rispetto a due deboli". Tutti capiscono che gli annunciati 100 milioni a ospedale (che nei fatti sarebbero effettivi per circa la metà perché vanno dedotte Iva, spese tecniche, oneri per la sicurezza e costi amministrativi) finirebbero per aprire solo cantieri infiniti senza migliorare di nulla la qualità del servizio reso. E resta ancora il mistero sulla gestione successiva, ad iniziare dalla collocazione del Dea".
Il ragionamento di Borghi si chiude infine sullo stato complicato dell'Asl del Vco, facendo riferimento al convegno organizzato dal suo partito insieme a Silvia Marchionini: "E proprio sul tema gestionale, il convegno tenutosi al Teatro Maggiore di Verbania giovedì scorso per iniziativa di Italia Viva del Vco e della "Lista Marchionini" ha disvelato una situazione che non è eufemistico definire drammatica: il bilancio 2025 dell'Asl Vco preannuncia un disavanzo di 63 milioni (ed erano 36 un anno fa), la mobilità passiva è in aumento, il costo per i gettonisti ha raggiunto 15 milioni all'anno, le liste di attesa sono saltate (si parla di 400 giorni per una colonscopia!), e le code per il medico di famiglia dei giorni scorsi hanno decisamente impressionato l'opinione pubblica.
Insomma, per dirla questa volta con lo Shakespeare del Riccardo III "Oramai l'inverno del nostro scontento s'è fatto estate sfolgorante ai raggi di questo sole di York". Basta sostituire il Vco a York, e ci siamo. E, comunque, buon Natale! Serve davvero speranza di questi tempi!".