Una manifestazione composta, ma piena di delusione, soprattutto per come la multinazionale Barry Callebaut sta trattando i dipendenti ma anche la città.
Quella svoltasi ieri a Verbania è servita a richiamare l’attenzione sulla chiusura dell’azienda del cioccolato, con i lavoratori che hanno manifestato la loro amarezza per quanto sta accadendo e per la scarsa riconoscenza riservata dopo anni di lavoro e sacrifici.
Sono passati 4 mesi dalla chiusura ma Barry Callebaut prosegue in modo deciso e unilaterale, quasi ignorando la tensione che si palpa invece tra i lavoratori e le istituzioni a Verbania.
Da settembre, al di là di alcuni tavoli istituzionali, Barry Callebaut brilla per la mancanza di dialogo con sindacati e lavoratori.
‘’Stanno portando all’esasperazione 100 persone e le loro famiglie’’ dicono i dipendenti. Delusi anche per l’ultima notizia che ha visto l’azienda assumere tre lavoratori interinali, dopo averne messi sulla strada altri cento.
Intanto a Torino, in Regione, si è svolto ieri pomeriggio un altro incontro.
Dice l’assessore Elena Chiorino: "Stiamo esplorando tutte le strade percorribili per essere al fianco dei lavoratori. Registriamo segnali positivi di apertura da parte dell’azienda, ma il nostro impegno rimane fermo nel preservare e valorizzare l’importante know-how dei dipendenti di Barry Callebaut. Le competenze dei lavoratori sono un patrimonio inestimabile, così come la filiera del dolciario in Piemonte, che ci rende un punto di riferimento a livello internazionale. Su queste basi continueremo a lavorare insieme, per salvaguardare non solo i posti di lavoro, ma anche il valore strategico di un settore che rappresenta una delle eccellenze della nostra Nazione".
Nel frattempo affiorerebbero anche notizie positive: ci sarebbero alcune aziende interessate all'acquisto del sito verbanese.