“Una decisione purtroppo annunciata e che ha come solo effetto quello di dare un calcio ad ogni possibilità di sopravvivenza della sanità pubblica nel nostro territorio”. Così Riccardo Brezza, capogruppo del Pd di Verbania, commenta il sì giunto da Roma per la ristrutturazione dei due ospedali del Vco, il Castelli di Verbania e il San Biagio di Domodossola, a scapito dell’ipotesi dell’ospedale unico. Il progetto prevede, però, la permanenza di un solo Dea. “Roma e Torino sostengono la linea sanitaria portata avanti in questi anni dalla destra di governo, con il plauso del sindaco di Verbania che ora non potrà fare altro che ingaggiare la solita guerra dei galli rivendicando il Dea per l’ospedale Castelli. Peccato che in questi anni, mentre Albertella sosteneva le politiche sanitarie di regione Piemonte, a poco a poco si siano spostati servizi verso il San Biagio per arrivare esattamente a dove siamo giunti oggi”.
Prosegue Brezza: “Avevamo ragione sin dall’inizio, l’unica soluzione per evitare una guerra continua tra campanili era e rimane un nuovo e moderno ospedale unico baricentrico. Con una ricca rete di medicina territoriale diffusa su tutto il territorio, affiancata da servizi d’emergenza rafforzati. Così invece si va esattamente all’opposto. Con un solo Dea rimarrà un solo vero ospedale e se fosse quello di Domodossola sarebbe un ospedale isolato e non attrattivo per tutta la provincia. Nello stesso tempo – conclude Brezza - i ritardi sulla medicina territoriale sono macroscopici e a nulla valgono le rassicurazioni a parole che fino ad ora il sindaco ci ha dato. Ci mobiliteremo in tutte le sedi contro questa scelta dannosa e folle per tutta la sanità pubblica del Verbano Cusio Ossola”.