‘’Il 25 aprile festeggeremo la Liberazione e la fine della guerra. E Papa Francesco chiederà anche a noi, in questa occasione, di non essere complici della guerra. Se noi vendiamo armi saremo complici’’.
Così don Renato Sacco, oggi vicario parrocchiale a Villadossola, ricorda Papa Francesco. Entrambi, nelle loro vesti e nel loro ruolo, accomunati della ricerca della pace e dalla condanna della guerra.
‘’Per prima cosa, di fronte ai morti , bisogna piangere – dice ricordando il Papa – e mi dà un po’ fastidio perché vedo che si scatenano già le discussioni politiche all’interno della Chiesa’’.
Poi, tornando sulla figura del Papa aggiunge: ‘’Tutti lo abbiamo sentito come uno di famiglia. Io stesso in queste ore ho ricevuto tanti messaggi, anche di uomini e donne musulmani, che mi facevano le condoglianze. Francesco scelse il suo nome come programma di vita, per essere vicino ai poveri e per la pace. E’ stato un vero uomo di pace, determinato. Ricordo il 13 settembre 2014 a Re di Puglia quando pianse i morti causati dai produttori di armi che hanno interessi forti. Parole durissime. Quando seppe, nel 2019, che alcuni Paesi volevano arrivare al 2 per cento del Pil per le spese militari, disse che era una pazzia. Parlò di ipocrisia per chi parla di pace e vende le armi. Ci diede, infine, l’immagine di una terza guerra mondiale a pezzi e molti dissero che era una immagine folcloristica: oggi ce ne rendiamo conto che è così!’’
Don Renato ricorda anche ‘’che fu l’unico potente del Mondo ad andare nei luoghi di guerra in Iraq o ad inginocchiarsi davanti ai due leader del Sud Sudan per invitarli a fare la pace. Supplicandoli! Non si è mai risparmiato ed andò anche dall’Ambasciatore russo quando iniziò la guerra. Sino all’altro giorno nel discorso Urbi ed Orbi quando ha ricordato la dignità umana ma anche detto che nessuna pace è possibile senza un vero disarmo. E l’appuntamento che abbiamo il 3 maggio in Ossola io ci sarò anche per dire che Papa Francesco non c’è più ma dobbiamo continuare noi’’.